Caro turista, non venire a Napoli: te lo dico da napoletana

Caro turista, non venire a Napoli: te lo dico da napoletana.

Venerdì 2 agosto, prova generale del Grande Esodo ferragostano. Tips, tricks e perle di mala gestione. Se i treni vanno in tilt i traghetti (versione meno mitologica di Caronte) vomitano al porto di Capri (ma la triade è composta da Ischia e costiera sorrentina) 15mila turisti usa e getta (a mare). I turisti come cavallette sono la piaga biblica del terzo millennio.

Mi sciolgo come burro fuso mentre attraverso quella fornace ardente di Piazza Municipio, bruttezza consegnata all’umanità da un archistar. Il suo nome meglio ignorarlo. A renderla ancora più brutta, la Venere degli stracci di Pistoletto. I napoletani contavano i giorni perché il sindaco Manfredi ci togliesse l’orrida visuale. Invece no, rimane ancora un po’.

Ormeggiate al porto due mostri di navi da crociera. Motori sempre accessi h24 perché la banchina non è elettrificata. Un pennacchio di fumo nero ci avvelena i polmoni. È come avere una ciminiera dell’Ilva dentro la città.

Abbandono ogni speranza che passi la navetta per Calata Massa e imbarcarmi insieme a “sudori, boccucce e linguacce da selfie”. Me la faccio a piedi sotto 38 gradi.

Cosa hai fatto in vacanza? Ho fatto file, per acquistare biglietto per traghetto, per funicolare, autobus o taxi. A Calata Massa su quattro sportelli, uno solo aperto.

Finalmente scendo dal traghetto: pedoni e camion roboanti insieme. Prima della buona aria caprese, una boccata di fumo di gasolio.
Per questo inferno ho pagato 5 euro di tassa di sbarco.

Sante e inascoltate parole, quelle di Ermanno Zanini, manager al top del Capri Palace Jumeirah: fare pagare solo la tassa di soggiorno (cioè a chi dorme in albergo). Si spezzerebbe così l’anello forte della catena di Aponte, specializzato in “traffico di umani” e padre padrone delle linee di trasporto, compresi i pullman che portano a zonzo i turisti. Turista: che ci vieni a fare a Napoli?

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