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Август
2024

Quali sono le regole “duty free” in Europa e come potrebbe cambiare il mercato

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Perché gli e-commerce cinesi riescono a vendere prodotti (anche se di dubbia qualità, come confermato da diversi report) a basso costo in Europa? Ci sono dei regimi fiscali – che, vista la dinamica e la portata di queste grandi piattaforme, di recente inserite anche nell’elenco delle VLOP che dovranno rispettare i paletti più stringenti del DSA europeo, possono essere definite “agevolazioni” – che consentono a queste realtà di non dover applicare ai prodotti messi in vendita delle tasse relative all’importazione negli Stati membri. Ora che siamo sempre più vicini all’imposizione di alcuni dazi UE – anche se non ancora quantificati, ma sta già accadendo per le auto cinesi -, questo paradigma è destinato a cambiare. Così come il mercato.

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Come detto, in questo approfondimento non parleremo della qualità e della sicurezza dei prodotti venduti dai vari Temu, Ali Express e Shein, avendolo già fatto in altre occasioni (e, tra l’altro, c’è un recente report di Altroconsumo che conferma, ancora una volta, i problemi e le perplessità sui controlli). Ci limiteremo ad analizzare lo status quo e proveremo a capire cosa potrebbe accadere al mercato degli e-commerce cinesi con l’introduzione di nuovi dazi UE.

Dazi UE, come funziona il duty-free per Temu e altri

Al momento, infatti, la maggior parte dei prodotti acquistati dagli utenti europei su Temu, Shein e Ali Express è duty free. Dunque si tratta dell’assenza di tasse doganali e altre imposte locali sul valore commerciale (d’acquisto) dei prodotti importanti negli Stati membri da Paesi extracomunitari. Dunque, questo consente alle piattaforme/aziende di ridurre i prezzi, non dovendo sovraccaricarli – a “danno” dell’utente – sul prezzo finale di ogni singolo acquisto. Attenzione, però: c’è una soglia entro la quale ci si può muovere per evitare di pagare queste tasse.

In Europa, sono considerati “duty-free” tutti quei prodotti importanti che hanno un prezzo inferiore ai 150 euro. Sopra quella soglia, si applicano i dazi già presenti. Qualora l’Unione Europea decidesse di abolire questo vantaggio fiscale, il mercato potrebbe cambiare. I primi effetti si stanno già vedendo dallo scorso 5 luglio, quando sono entrati in vigore i dazi UE (pari al 38%) sull’importazione delle auto elettriche prodotte in Cina, che già beneficia di costi postali sovvenzionati per l’invio di merci per via aerea. Dunque, un rincaro che inevitabilmente inciderà sul costo finale – lato utente – dei prodotti. Con quel low cost che potrebbe non esser più così “low cost”.

 

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