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Август
2024

Strage di Bologna, Meloni replica ai familiari delle vittime: “Le radici di quell’attentato oggi sono nel mio governo? Attacchi ingiustificati”

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Questa volta utilizza la due fatidiche parole: “Organizzazioni neofasciste“. Ma non si tiene lontana dalla polemica. Nel 44esimo anniversario della strage di Bologna, Giorgia Meloni diffonde una nota in cui cita velocemente i risultati delle sentenze, ma poi replica anche a Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime. Il motivo? Bolognesi ha attaccato il suo governo. Ma andiamo con ordine.

Il comunicato della premier – Dopo aver definito la bomba alla stazione come “uno degli eventi più drammatici della storia nazionale”, la premier ricorda: “Il 2 agosto del 1980, il terrorismo, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia la Nazione e 44 anni dopo quel terribile attentato l’Italia intera si stringe ancora una volta alla città di Bologna e ai famigliari delle vittime”. Un passo avanti rispetto al comunicato diffuso l’anno scorso: in quel caso la presidente del consiglio si era limitata a definire la strage come uno dei “colpi più feroci” sferrati all’Italia dal “terrorismo“. Quale terrorismo? È noto come per gli 85 morti e i 200 feriti siano stati condannati in via definitiva Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, esponenti dei i Nuclei armati rivoluzionari, formazione terroristica di estrema destra. Poco più di un anno fa, tra l’altro, aveva provocato scalpore la foto che immortalava lo stesso Ciavardini in compagnia di Chiara Colosimo, deputata di Fdi, pupilla di Meloni appena eletta presidente della commissione Antimafia.

La replica a Bolognesi – Ovviamente la premier non entra nel dettaglio delle condanne emesse per la strage alla stazione, ma usa il resto del comunicato per rispondere a Bolognesi. Dopo essersi unita al dolore dei familiari e averli ringraziati “per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità”, ha sostenuto: “Arrivare alla verità sulle stragi che hanno insanguinato l’Italia nel Dopoguerra passa anche dal lavoro che questo Governo, insieme a tutte le Amministrazioni dello Stato e nel solco dei Governi precedenti, sta portando avanti con il versamento degli atti declassificati all’Archivio centrale dello Stato”. Poi ecco la replica: “Allo stesso tempo, sono profondamente e personalmente colpita dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al Governo”. Una replica indirizza al presidente delll’Associazione dei familiari delle vittime, intervenuto nella consueta commemorazione di Palazzo d’Accursio a Bologna e poi subito dopo nei luoghi della strage.

“Clima di crescente odio” – “Sostenere che le radici di quell’attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo, o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave. Ed è pericoloso, anche per l’incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione”, scrive Meloni nel suo comunicato, in cui cita le dichiarazioni di Bolognesi. “Credo che, in questo clima di crescente odio, le parole e i gesti stiano sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute – prosegue la premier – Mi appello a tutti perché si torni all’interno di una cornice di normale dialettica in quella che, grazie ai sacrifici di tanti, è ormai una democrazia solida e matura”.

L’intervento del presidente dell’Associazione – Ma cosa aveva detto il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage per fare replicare la capa dell’esecutivo? Semplicemente aveva ricordato che “gli ultimi processi, l’appello Cavallini e sui mandanti hanno certificato che la strage è stata organizzata e finanziata dai vertici della P2, protetta dal punto di vista organizzativo in maniera molto attenta dai nostri servizi segreti, ed eseguita da terroristi fascisti. È la verità e questa diventa la lettura della strategia della tensione, è un passo eccezionale per conoscere fino in fondo la storia criminale e politica del nostro paese”. Alla P2, come è noto, era iscritto anche Silvio Berlusconi. “È una cosa che lascia sgomenti. Abbiamo avuto un presidente del Consiglio che è stato membro della loggia P2, addirittura gli hanno intitolato un aeroporto. Portano avanti leggi che sono punti focali del piano di rinascita democratica. Sembra che chi è al governo non è che abbia compreso bene le verità processuali. È una lacuna notevole per la nostra democrazia”, aveva aggiunto Bolognesi.

“Il governo ha paura della verità” – Ma la parte che maggiormente avrà fatto imbufalire la premier è quella in cui il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime dice: “Le radici di quell’attentato, come stanno confermando anche le ultime due sentenze d’appello nei processi verso Gilberto Cavallini e Paolo Bellini, affondano nella storia del postfascismo italiano, in quelle organizzazioni nate dal Movimento Sociale Italiano negli anni cinquanta: Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale oggi figurano a pieno titolo nella destra italiana di Governo”. Applaudito dalla piazza, Bolognesi aveva aggiunto: “Per questa parte politica, lo stragismo e in particolare la strage di Bologna, rappresentano una macchia da togliere a tutti i costi dalla loro storia, da negare oltre ogni evidenza”. E ancora aveva aggiunto: “Questa verità fa ancora paura ai nostri attuali governanti, e allora si mette in campo la strategia più disperata, ma anche la più subdola e viscida: quella del silenzio. L’attuale presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in occasione del 43/o anniversario parlò di terrorismo, di vigliaccheria e di ferocia, ma si guardò bene dal nominare la matrice fascista. Sui processi ancora in corso per la strage di Bologna si tace: stampa e mass media sono silenti o trattano sbrigativamente la questione come un fatto locale”.

La replica di Colosimo: “Sono nata nel 1986” – Poi Bolognesi è tornato a contestare l’elezione di Chiara Colosimo a presidente della commissione Antimafia. “Proprio nel momento in cui la commissione Antimafia deve far luce su presenze inquietanti di personaggi coinvolti a vario titolo con l’eversione fascista e nelle stragi del ’92-’93, il Governo nomina presidente della commissione stessa l’onorevole Chiara Colosimo. La foto che la ritrae in posa non proprio istituzionale con il terrorista stragista Ciavardini, diffusa e discussa ampiamente su giornali e televisioni, ci induce a ritenere quella nomina politicamente inopportuna al massimo livello”. Meloni non ha commentato questa parte delle dichirazioni. Lo ha fatto direttamente la presidente dell’Antimafia. “Non ho alcuna intenzione di rispondere agli attacchi personali di queste ore, perché non intendo alimentare alcuna polemica. La risposta è anagrafica: sono nata nel 1986“, ha scritto su X Colosimo. “Credo – ha aggiunto – che mettere a disposizione gli atti declassificati, così come sta facendo il governo, sia il modo migliore per perseguire verità e giustizia”.

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