Gli inizi nella bottega di Opicina poi il premio “Cuoco dell’anno”: chi era Pavel Marc, lo chef morto per la puntura di una vespa
TRIESTE La carriera di Pavel Marc era iniziata in una rivendita di alimentari di Opicina. Prima di scoprire la sua passione per la cucina, i fornelli, la sua attenzione era stata rivolta ai vini. Era un raffinato sommelier.
La sua competenza e la sua passione dietro a quel banco di salumi, formaggi, etichette e manicaretti di Opicina, anni fa colpì una cliente in particolare, Rossana Bettini. Che lo coinvolse prima in una crescita professionale a suon di corsi Ais e visite alle migliori cantine del territorio, e poi nel progetto Expo Mittelschool di via San Nicolò. Quel ristorante, le iniziative organizzate in quel contesto, garantirono a Pavel una vetrina di alto profilo, che mise in evidenza tanto le sue capacità, quanto la sua disponibilità e la sua passione.
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«Oltre alla passione per il lavoro – testimonia appunto Bettini – mi ha sempre colpito la sua progettualità: ricordo ancora i suoi Mittel Sushi, innovativi, incredibili per quegli anni. Nel tempo il nostro rapporto era cambiato, non era più professionale, ma da amici, da persone di famiglia».
Pavel Marc ha fatto il pieno di premi nella sua carriera. Nel 2012 con il cappuccino di zucca, con la tazza commestibile in cui si intrecciavano mandorle tostate e trancetti di foie gras, si era aggiudicato il riconoscimento di “Cuoco dell’anno” nella kermesse abbinata al premio “Città di Trieste”, voluta dalla locale Federazione cuochi. Da anni Pavel era una delle colonne portanti dell’Associazione Cuochi Trieste, e ambasciatore italiano per la Skmer Acmer, l’Associazione dei cuochi delle regioni europee e mediterranee.
Due anni fa era iniziata la sua esperienza nella salsamenteria Palato, in via della Mura, in Cavana. I titolari e i dipendenti hanno preferito non rilasciare dichiarazioni, chiusi nel dolore e rispettosi del momento delicato affrontato dalla famiglia del loro collega.