Ivrea, dopo 6 anni maxi multa di 10mila euro a un ex negoziante ma il verbale è nullo
IVREA. Deve aver trasalito quando si è visto recapitare a casa l’ingiunzione di pagamento, lui che già si era arreso agli affari in calo decidendo di chiudere il negozio in centro a Ivrea. Ancora peggio quando ha aperto la mai simpatica raccomandata verde recante stampigliate le coordinate dell’atto giudiziario, apprendendo di lì a poco di essere in debito con il Comune di Ivrea della significativa somma di 10.337 euro. Un colpo. Ma il lieto fine rispetto a quella giornata nera risalente ai primi di gennaio è arrivato proprio in questi giorni. L’ingiunzione a carico dell’ex commerciante di Ivrea, il protagonista di questa storia, è stata annullata in autotutela dall’Ufficio di polizia municipale. Conteneva un errore materiale.
Per sbaglio, al posto del riferimento al decreto legislativo 114/1998 in materia di commercio, chi ha steso l’atto ha inserito il codice della strada. Per la cronaca l’intera vicenda è partita a ottobre di sei anni fa, nel 2018, quando l’ex commerciante chiuse l’attività commerciale di cui era titolare senza presentare al Comune la dichiarazione di cessata attività obbligatoria per legge. Da allora, c’è stata una prima sanzione amministrativa di circa 5mila euro ignorata dal diretto interessato seguita da solleciti vari fino all’emissione del provvedimento di recupero credito da parte della pubblica amministrazione a gennaio di quest’anno. L’amministrazione comunale ha fatto un passo indietro quando l’ingiunzione era già stata impugnata dall’ex negoziante tramite il ricorso presentato al Giudice di pace dal suo legale. Ad ogni modo è finita qui: il verbale è stato archiviato. Fine della storia.
«La cosa è molto semplice – spiega il comandante della polizia locale, Paolo Molinario – come in tutte le attività, tu ufficio di pubblica amministrazione devi analizzare se stai agendo come un buon amministratore, facendo cioè ciò che conviene all’ente che rappresenti anche da un punto di vista economico. Detto questo, se andando a processo rischi di perdere perché sai esserci delle irregolarità nell’atto o magari sei fuori dai tempi di prescrizione di notifica o hai sbagliato a citare la violazione di una norma piuttosto che di un'altra, allora ti fermi. Perché ostinatamente devi combattere il contenzioso davanti ai giudici che poi ti daranno torto e ti applicheranno pure le spese processuali, così che da 10 ti troverai a pagarne 20? Nel complesso, posso dire che casi così ne abbiamo avuti parecchi, ma in sede di ricorso li abbiamo vinti tutti, quindi abbiamo introitato». Tranne questa volta.