Gli autovelox arrivano in Corte dei Conti. Il Codacons: «Comuni nei guai con i ricorsi»
Il caso degli autovelox sotto sequestro da parte della Procura di Cosenza perché ritenuti illegali, finisce sul tavolo della Corte dei Conti.
A chiedere un intervento della magistratura contabile è stato il Codacons, il quale ha deciso di presentare un esposto alla Corte dei Conti del Veneto (e alle Corti delle altre 9 regioni dove erano installati gli apparecchi al centro dell’inchiesta) con l’obiettivo di verificare possibili danni erariali per le casse pubbliche.
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«Il sequestro degli autovelox installati in Veneto e le illegalità emerse nell’utilizzo degli apparecchi di rilevazione della velocità “T-Exspeed V 2. 0” porterà inevitabilmente ad una raffica di ricorsi da parte di chi ha ricevuto sanzioni ed è ancora nei termini per impugnare le multe» spiega il presidente Carlo Rienzi «col rischio di condanna dei comuni al rimborso delle spese legali. Ma anche chi ha già pagato le contravvenzioni elevate tramite tali apparecchi, pur non potendo impugnare le sanzioni, può attivarsi per tutelare i propri diritti e, una volta concluse le indagini, agire per il risarcimento dei danni subiti».
Prosegue: «I costi per le casse degli enti locali, tra rimborsi agli automobilisti e mancate sanzioni legate allo spegnimento degli autovelox, potrebbero quindi essere ingenti, e ricadrebbero sulla collettività. Ricordiamo in ogni caso che la velocità eccessiva è tra le prime cause di morte sulle strade italiane, ed è importante colpire con la massima severità i trasgressori, nel rispetto però delle leggi e ricorrendo a strumenti omologati e a norma».
Per tutti questi motivi il Codacons sta preparando un esposto alle sedi regionali della Corte dei Conti affinché sul caso degli autovelox si apra una indagine contabile volta ad accertare eventuali danni erariali e le relative responsabilità.
Il caso a Venezia
Nel comune di Venezia, nel mirino della Procura di Cosenza sono finiti due autovelox installati lungo via Martiri della Libertà, lo stradone che da San Giuliano porta al Terraglio nelle due corsie del tunnel che passa sotto la grande rotatoria all’ingresso di Favaro.
Una arteria viabilistica tra le più trafficate. Il provvedimento, che riguarda misuratori di velocità attivi in varie zone d’Italia, è stato emesso dal gip del tribunale di Cosenza nell’ambito di un’attività d’indagine delegata dalla Procura di Cosenza dopo gli accertamenti sulla «non legittimità» del sistema di rilevamento delle violazioni della velocità effettuate con la strumentazione denominata T-Exspeed v 2. 0.
L’indagine – ha spiegato nelle scorse ore il comandante della polizia locale di Venezia, Marco Agostini – non riguarda la liceità dell’utilizzo di questi dispositivi bensì la mancata omologazione dei dispositivi, spiegando che il Comune è parte lesa e che è il Ministero a dover fare chiarezza.
Agostini non le manda a dire e risponde alle associazioni di consumatori: «Fanno sciacallaggio a tutela degli irresponsabili che oltrepassano i limiti. Chi corre mette in pericolo l'incolumità delle persone, l’Italia è uno dei Paesi con il più alto numero di morti sulle strade per eccesso di velocità e uso del telefonino».
E sul caso: «Sono una banda di irresponsabili, a partire dal ministro: è mesi che conosce il problema, ma doveva farsi la campagna elettorale tutelando chi corre. l’Anci ha posto al ministro il problema a dicembre, il ministro ha detto che lo avrebbe risolto, ma sono passati sei mesi, salvo poi, ieri l’altro, tirare in ballo la tutela della legalità».