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Июль
2024

Risse e sballo in più zone di Muggia: salgono a 500 i ragazzi identificati. La mappa del degrado e del disagio

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Sale a cinquecento il numero dei ragazzini identificati a Muggia in questi ultimi giorni dalla Polizia di Stato, dai Carabinieri e dalla Polizia locale nella massiccia operazione di pattugliamento del centro cittadino e delle spiagge.

L’attività delle forze dell’ordine, coordinata dalla Prefettura per arginare risse, pestaggi, atti di bullismo e di vandalismo, non si arresta. Tanto più dopo quanto è stato scoperto tra questi adolescenti: gruppi provenienti da Trieste (prevalentemente da piazza Goldoni, Garibaldi, Perugino e dai Topolini di Barcola) che si incontrano con l’intenzione non solo di far baldoria, ma pure per picchiarsi.

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È l’ultima moda, come documentato da alcuni allarmanti video che girano sugli account di questi minorenni e che ritraggono anche le ragazzine mentre si prendono a schiaffi, pugni e calci.

Lo fanno per soldi: nel senso che i coetanei attorno, per poter assistere (la loro non è un’osservazione affatto neutra: urlano, aizzano a farsi più male), devono pagare.

I video di questi match finiscono puntualmente su Instagram e Tik Tiok, espressione di un “bisogno identitario” che parla il linguaggio della violenza, sorretto dalla musica trap e dalla sua variante più esasperata: la drill. Un fenomeno che caratterizzava fino a poco tempo fa le grandi città del Nord, in particolare con la subcultura dei “maranza”, e che ora abbiamo in casa.

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E che peraltro, nei mesi scorsi, aveva animato a Trieste la lunga scia di fatti di cronaca: risse, aggressioni, rapine.

I problemi ora si sono spostati a Muggia. In questi gruppi ci sono ragazzi triestini, minori stranieri non accompagnati (di origine marocchina, tunisina, egiziana, kosovara e albanese), e stranieri di seconda generazione.

Dagli ultimi accertamenti emerge che i luoghi in cui questi ragazzi si danno appuntamento a Muggia per bere, sballarsi e picchiarsi, sono numerosi: non solo la stazione degli autobus di piazzale Curiel, il molo “T”, l’ultima parte del Lungomare Venezia o il rudere di villa Cossich situato proprio davanti al molo, ma pure l’ex bagno della polizia e la vecchia palazzina fatiscente del “dispensario anti tubercolare” (si trova dietro la stazione delle corriere).

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A ciò si aggiungono due piccoli parchi del centro: quello di via Mazzini (all’altezza del civico 5) e quello nei pressi del supermercato Despar di via San Giovanni. Anche in questi luoghi sono state segnalate incursioni, tentativi di superare le barriere di protezione (nel caso degli edifici abbandonati) e via vai di giovani.

Problemi si registrano con insistenza nel giardino di via San Giovanni, dove quotidianamente si radunano gruppi di minorenni. Come testimoniato dai residenti, gli adolescenti lasciano per terra spazzatura, tengono la musica alta e usano le aiuole come wc.

Proprio qui, di recente, è scoppiata una rissa in cui ha avuto la peggio un ragazzino colpito da un pugno rimasto a terra per alcuni minuti. È stato soccorso dagli inquilini delle case attorno. La gente allerta Polizia e Carabinieri, ma risse e “match” a pagamento si ripetono comunque.

Ciò che sta accadendo in queste settimane a Muggia è oggetto di un tavolo in Prefettura, programmato per questa mattina alla presenza dei vertici delle forze dell’ordine e del sindaco Paolo Polidori.

Al centro della riunione anche la possibilità di estendere i controlli e i pattugliamenti pure all’interno degli edifici fatiscenti – in particolare quello di villa Cossich, dove peraltro vengono registrati video di minorenni armati di coltelli – e delle aree verdi urbane.