Olimpiadi, è festa a Treviso per l’oro delle spadaccine Navarria e Rizzi
Per il precedente alloro olimpico del club, occorre risalire a Tita Coletti che portò Scherma Treviso all’argento a squadre nel fioretto a Montreal ’76. Ricordando il maestro Ettore Geslao, immediato il pensiero al titolo dello spadista Matteo Tagliariol a Pechino 2008. Era stato lui a regalare l’ultimo trionfo a cinque cerchi (pure il bronzo a squadre) al capoluogo della Marca. Un talento cresciuto al palazzetto Coni di viale Vittorio Veneto, lo stesso dove Mara Navarria e Giulia Rizzi hanno preparato l’Olimpiade, suggellata ieri sera da uno straordinario oro al supplementare sulla Francia.
Non sta nella pelle Andrea Sirena, presidente di Scherma Treviso Ettore Geslao: «Una grande soddisfazione, ero fuori a cena e mi sono goduto la finale», esordisce Sirena, «e devo dire che un po’ di fortuna l'abbiamo portata: due anni fa è venuta Navarria e ha subito vinto il Tricolore; l’anno dopo si è aggiunta Rizzi, che nell’ultima stagione è esplosa in Coppa del Mondo, conquistato il posto per i Giochi. E poi, pure lei s'è presa l’Italiano».
Due campionesse – maestro di entrambe è il ligure Roberto Cirillo – arrivate a Treviso non per caso: la società, 160 tesserati, ha ottenuto, nell'ultimo decennio, risultati rilevanti a livello giovanile, portando Eleonora De Marchi (spada; argento alle Olimpiadi Giovanili 2014) ed Elisabetta Bianchin (fioretto) a far parte del gruppo azzurro della Coppa del Mondo assoluta. Senza contare che nel magico 2024 di Scherma Treviso è stato siglato il triplete: Matteo Dei Rossi, a fine agosto, parteciperà alle Paralimpiadi parigine. «Questa medaglia, l'arrivo da noi di Mara e Giulia sono il frutto del grande lavoro fatto a livello giovanile», puntualizza Sirena. Che poi ricorda quanto confidatogli dal sindaco Mario Conte a fine giugno, quando la convocazione olimpica di Navarria e Rizzi era stata celebrata in un evento a Santa Caterina: «Il sindaco ci ha chiesto una medaglia. E, in caso di medaglia, ci aveva promesso una sorpresa». Più medaglia di così.