Udinese con Sanchez, Pasquale Marino approva: «Alexis è integro, può ancora fare la differenza»
«Alexis è ancora integro, può fare ancora la differenza e soprattutto può diventare un leader importante, quindi vedrei bene il suo ritorno all’Udinese». Pasquale Marino lo vede così il possibile ritorno di Sanchez in bianconero, del Niño che schierò 69 volte da allenatore della Zebretta, tra il 2008 e il 2010. Tempi andati e ricordi indelebili che sono rimasti nella memoria del tecnico di Marsala, piacevolmente colpito dalla scelta della società desiderosa di tornare ad avere un’Udinese votata al gioco offensivo.
Marino, crede che il possibile ritorno di Sanchez sarebbe più utile come un’operazione di marketing, oppure come rinforzo tecnico?
«Decisamente la seconda. Sanchez non è solo immagine, non lo è mai stato. Qui parliamo di un giocatore innamorato del calcio, che può fare ancora la differenza».
Anche se la carta d’identità dice 35 anni suonati? Non sono pochi per un attaccante...
«Vero, ma è integro fisicamente. Magari non giocherà trentotto partite su trentotto, ma è benissimo in grado di gestirsi da solo perché fa parte di quei giocatori di qualità che sanno come fare».
Cosa troverebbe in lui l’Udinese di Runjaic?
«Un leader vero. I leader non sono quelli che parlano tanto in campo, ma i giocatori che aiutano e trascinano. Sanchez è uno di questi perché quando la palla scotta è lui che la chiede per determinare. Alexis è sempre stato così e queste caratteristiche non si perdono con l’età».
Un ricordo del Sanchez bianconero legato alla sua Udinese?
«Eravamo impegnati assiduamente tra campionato e coppa e io facevo ruotare alcuni giocatori costringendoli al lavoro di recupero, però lui lo accettava di malgrado e quando arrivava il momento della partitina mi chiedeva sempre di giocarla, anche per soli dieci minuti».
Marino, dove andrebbe collocato Sanchez nel 3-4-2-1?
«Sotto le punte è un’ottima posizione per lui, specie sul centro sinistra e con Thauvin sul centro destra. Così li vedo molto bene. È una prospettiva ottimale che ricorda il mio 3-4-3, di quella Udinese in cui c’era l’imbarazzo della scelta in attacco con Di Natale, Pepe, Quagliarella e Floro Flores».
Cosa promette il 3-4-2-1 di Runjaic?
«È un sistema divertente in cui bisogna sfruttare bene gli spazi, con gli esterni che costringono gli avversari ad abbassarsi. Il giro palla dietro deve essere veloce e i due trequartisti devono smarcarsi, mentre i difensori avversari devono preoccuparsi degli inserimenti degli esterni. Sono concetti di gioco che abbiamo fatto ai miei tempi e con i quali ci siamo divertiti, sfruttando anche un centrale difensivo come Lukovic che si alzava».
In questa nuova Udinese c'è anche Inler, tornato nel ruolo dirigenziale...
«Gli ho mandato un messaggio e abbiamo ricordato i vecchi tempi, quelli in cui arrivava al campo con la sua auto sportiva roboante. Sono convinto che farà bene anche come dirigente. Gokhan ha una professionalità indiscutibile».
Pozzo ha chiesto un’Udinese più offensiva...
«Con me si sfonda una porta aperta. Da sempre sostengo il calcio offensivo e a Udine lo abbiamo dimostrato».