L’ultima di Elly è la “spallatina”. Idea artificiale come l’aria condizionata: circola solo nel Palazzo
Il sogno di una notte di mezza estate di Elly Schlein e dell’ammucchiata “alla francese” che intende mettere in piedi riguarda la caduta del governo Meloni. Esatto: si tratta di fantasticherie, desideri da sguardo in su in attesa delle stelle cadenti. Né più né meno. Eppure da qualche settimana è tutto un emergere di retroscena, scenari e interviste chiamate a supporto di una suggestione artificiale come l’aria condizionata: circola esclusivamente dentro le stanze e i corridoi dei Palazzi. Fuori non ha alcun “respiro”.
La grande illusione ha trovato qualche arbusto da ardere, per i tipi del Nazareno, grazie alla nuova maggioranza arlecchino che ha eletto Ursula von der Leyen. Una candidatura, questa dell’esponente del Ppe, osteggiata con veemenza per mesi proprio dal Pse di Schlein (fatto scomparso dalle ricostruzioni di tanti colleghi: che smemorati…), salvo poi l’allineamento con la scusa del muro contro le destre e del paventato isolamento del governo italiano. Bene, quest’abbaglio è durato da Natale a Santo Stefano: già nel voto dei presidenti delle Commissione dell’Europarlamento, infatti, si è ripresentata in grande stile la frattura centrodestra/centrosinistra. Con il risultato che i fantomatici “cordonati” – ossia i Conservatori, FdI in primis – hanno moltiplicato presidenze e vicepresidenze proprio grazie al sostegno del Ppe e degli altri soggetti a destra. E si è trattato, peraltro in attesa del Commissario di peso che spetterà all’Italia, solo della prima votazione…
Nonostante sia chiaro l’abbaglio, a sinistra hanno fatto finta di nulla spostando subito lo sguardo sul vecchio amore che non passa mai: la spallata del vincolo esterno. Per l’occasione si è mosso l’apparato di propaganda e fiancheggiamento di Pd & soci: ecco servita, allora, la strumentalizzazione giornalistica del Country report della Comunità europea sullo Stato di diritto in Italia e il successivo Media freedom rapid response. Si torna sempre sulla stessa solfa: l’accusa di orbanizzazione, da parte dell’esecutivo, nei confronti della libera stampa e della Rai. Niente di più falso e in malafede (solo ieri, per la cronaca, è giunto il post anti-Meloni dell’autore di Affari tuoi. Sarebbe questa “TeleMeloni”…). A sostenere la tesi dell’attacco alla stampa, infatti, non sono stati certo i Commissari né gli emissari di Bruxelles ma la combriccola del “PdR” (l’informale Partito democratico delle Redazioni) mascherata da stakeholders. Ossia giornalisti, sindacalisti e politici agit-prop: nemici giurati del governo.
Smascherato il giochetto del PdR dalla premier in persona, le opposizioni non demordono: pronte ad aggrapparsi a qualsiasi “soccorso”. Sperano, ingenuamente, nell’effetto spallatina del prossimo turno di Regionali (con l’aiutino di certa magistratura giunto sul caso Liguria); auspicano spudoratamente, senza nemmeno troppo nasconderlo, che l’Europa e il suo nuovo Patto di stabilità siano in modalità “austerity” rispetto alla nuova legge di Bilancio italiana; osservano con morbosità il dibattito nella maggioranza, con un’attenzione filologica – sic transit gloria mundi – alle uscite di figli di Berlusconi. E, ovviamente, stanno investendo anima e corpo sui referendum: da quello sull’autonomia differenziata (riforma istituita dal centrosinistra e presente nel programma elettorale del M5S) a quello riguardante il premierato (riforma già presentata nel programma del Pci-Pds). E poco importa, da quelle parti, se ce n’è pure per il Jobs Act: pacchetto introdotto proprio dal governo di Matteo Renzi, con quest’ultimo rientrato con la coda fra le gambe e accolto dalla “ditta” come il figliol prodigo.
Tutto questo – a cui va aggiunto il “grillicidio” di Giuseppe Conte per accucciarsi nel campo largo – si sta muovendo non certo perché sia verosimile l’ipotesi della caduta del governo e del voto anticipato bensì per giustificare, sull’onda francese, l’inevitabilità del peggio: il nuovo Fronte popolare. L’ammucchiatona “antifa” senza programma e senza confini (in tutti i sensi). Un incubo, basta vedere che cosa sta determinando Oltralpe, che si infrange fortunatamente alle prime luci del mattino quando la realtà torna a stabilire le cose per come sono: Fratelli d’Italia premiato dagli elettori al 30% assieme alla tenuta degli alleati di Lega e Forza Italia, Giorgia Meloni – a nome del governo – in missione per ristabilire l’equità commerciale nei rapporti con Pechino, i dati sul Pil e sull’occupazione sopra le attese. Ad Elly e i suoi, dunque, non resta che sognare (e cospirare) sotto l’aria condizionata. Ma non troppo che fa male. Ed è così poco green…
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