Finardi viaggia sulle note del progetto Euphonia con oltre 2.000 persone
Un viaggio nella musica che si chiama Euphonia con al timone un vecchio lupo della musica che si chiama Eugenio Finardi e due eccezionali musicisti – Mirko Signorole e Raffaele Casarano – che al pianoforte e al clarinetto accompagnano un viaggio musicale intimista che sfocia nel jazz rileggendo i pezzi più conosciuti del 72 enne artista milanese che si mescolano a musica nuova che trae energia dal periodo del Covid dove l’immenso silenzio che pervadeva il mondo è diventato fonte di ispirazione per una musica diversa.
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E ieri pomeriggio sono stati oltre duemila gli spettatori che hanno affollato la spianata verde a finaco dell’agriturismo Cascina Dolomiti nel territorio di Cesiomaggiore. Un luogo perfetto dove ospitare un concerto ha tra i vari elementi ha anche indagato sul rapporto di Finardi con la natura. E dove creare l’atmosfera giusta se non nel luogo che da una parte guarda alla Valle di Canzoi e dall’altra ha il bestiame al pascolo a nemmeno cento metri dal palco.
«Il periodo della pandemia è diventato un momento in cui l’immenso silenzio mi ha fatto capire che avevo bisogno di una musica che mi facesse trascendere . La musica che c’era prima non mi bastava. Ecco il progetto Euphonia, grazie al quale voglio creare l’atmosfera giusta con il pubblico con il quale percorreremo insieme un viaggio nella musica».
E il pubblico si è lasciato trasportare. Target medio, over 50. Gente che la musica di Finardi l’ha già masticata ai tempi in cui Le ragazze di Osaka, Dolce Italia ed Extraterrestre, avevano scalato le classifiche. E quelle canzoni c’erano nella scaletta, certamente rivisitate negli arrangiamenti, ma ancora riconoscibilissime. Presenti anche diversi giovani. Una coperta per sedersi o sdraiarsi e godersi il concerto gratuito inserito nel circuito Dolomiti Arena, sponsorizzato grazie ai fondi della tassa di soggiorno, al contributo della Provincia e di alcuni sponsor. Il tutto con la supervisione del Consorzio Dolomiti Pralpi.
Un concerto intimista, che ha visto i vari pezzi presentati in serie, senza quasi soluzione di continuità, con un’acustica valorizzata dal contesto ambientale. Un concerto filato liscio, non come quello che un vecchio fan di Finardi ricorda in quel di Mel, quando il concerto fu sospeso per la pioggia. Ieri solo qualche minuto di ritardo per attendere i due musicisti che dovevano arrivare da Venezia. Poi solo la voce di Finardi e il suono del clarinetto e del pianoforte.