Siccità, Santanchè attacca il New York Times per l’inchiesta sulla Sicilia. Le opposizioni insorgono: “Scaricano le colpe sui giornalisti”
La Sicilia sta vivendo una delle peggiori siccità degli ultimi decenni. Sull’isola, a fine giugno, le precipitazioni cumulate in un anno sono state mediamente 414 millimetri, ovvero un solo millimetro in più rispetto a quanto registrato durante la grande siccità del 2002. Gli invasi regionali trattengono circa un terzo del volume di riempimento autorizzato. Sei bacini su 29 non hanno più acqua utilizzabile. Tutti i comuni della provincia di Caltanissetta stanno subendo riduzioni nella distribuzione idrica, mentre a Enna l’acqua potabile viene erogata un giorno sì e due no. L’acqua è razionata anche a Palermo. Di fronte al clamore di questi dati, la notizia della siccità siciliana ha superato i confini nazionali, diventando un tema anche per alcuni dei più importanti canali e siti di informazione internazionale. Se ne sono occupati Cnn, Guardian, Reuters e New York Times. Il giornale statunitense, in particolare, ha firmato un lungo reportage sulla carenza d’acqua sull’isola: “Dopo la perdita dei raccolti a causa della siccità, la Sicilia teme di perdere anche il turismo”, titola il long form. Deve essere stata la parola “turismo” contenuta nel titolo a innescare la reazione di Daniela Santanchè. La ministra italiana al Turismo, attraverso un post su X, ha polemizzato con il Nyt: “Nessuno nega il dramma della siccità in Sicilia ma inaridire anche il turismo quasi colpevolizzandolo come fa il New York Times aggiunge danno al danno per la Sicilia”. Poche righe che hanno scatenato la reazione delle opposizioni.
Per le forze politiche esterne alla maggioranza, la ministra è troppo impegnata a limitare il danno d’immagine dell’Italia a livello internazionale per tentare di risolvere, insieme al suo governo, il problema della siccità in Sicilia, e in generale nel meridione. “Ormai va riscontrata una nuova e imbarazzante tendenza di questa maggioranza: incolpare il giornalismo di fare ciò per cui ontologicamente esiste, ovvero raccontare e riportare ciò che accade nel mondo”, ha commentato il senatore del Movimento 5 Stelle Pietro Lorefice, accusando la ministra di voler “deresponsabilizzare” l’esecutivo. Il senatore pentastellato ha chiamato in causa anche il presidente della Sicilia: “Renato Schifani aveva richiesto 130 milioni a Roma, ma a maggio ne sono stati inviati solo 20 dalla Protezione civile. Ad oggi, con questi 20 milioni assolutamente insufficienti se non ridicoli per un cataclisma del genere, solo il 17,1% delle opere è stato completato e un ulteriore 30,1% è in corso di ultimazione”. “Si stima che la mancanza d’acqua pregiudicherà del 20% la produzione di grano, con punte tra il 40 e il 50% sul territorio nazionale. – aggiunge la senatrice di M5s Sabrina Licheri, in una nota -. Il governo ha tagliato molte risorse dal Pnrr per gli interventi idrici e il dissesto idrogeologico e, anziché intervenire, rinfocola le polemiche”.
Anche Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e portavoce nazionale di Europa Verde, ha chiesto conto alla maggioranza delle scelte degli ultimi mesi, chiamando in causa anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Dall’inizio della legislatura chiediamo alla premier Meloni di adottare politiche climatiche efficaci, in linea con le direttive scientifiche internazionali dell’Onu. La risposta del governo è stata il sabotaggio delle politiche di difesa del clima e la scelta di trasformare l’Italia in un hub del gas, con il contestuale blocco delle rinnovabili deciso dal ministro dell’Agricoltura”. E conclude: “La ministra che usa il verbo inaridire per il turismo di fronte al dramma della siccità evidenzia come la desertificazione sia anche un problema culturale”.
Il tema della siccità in Sicilia non può che chiamare in causa anche Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile nonché ex presidente della Regione. L’ex governatore ha affrontato la questione a lato della conferenza di presentazione del nuovo capo Dipartimento, Fabio Ciciliano, portando alla luce le inefficienze delle istituzioni nel rispondere alla crisi idrica. “Contro la siccità abbiamo messo a disposizione 1,2 miliardi per le regioni. Quattrocento milioni per progetti già in essere e 800 milioni per nuove iniziative. Il ministro Fitto mi dice che solo circa il 30% risulta essere stato finora utilizzato“. Musumeci ha ricordato che in Italia sono anni che manca una programmazione seria sulla crisi idrica. “C’è bisogno della riqualificazione della rete urbana di distribuzione e dobbiamo imparare a conservare l’acqua piovana. Abbiamo sprecato e mortificato l’acqua e oggi l’acqua si prende la sua rivincita”. Ha poi concluso promettendo un piano da 500 interventi, da realizzare in 10 anni: “Si tratta di miliardi e miliardi di euro”.
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