Teneva 46 gatti in appartamento: padrona rischia il processo
Chiuse le indagini a carico della donna che teneva 46 gatti nel suo appartamento in corso Milano a Padova: l’accusa che rischia di portarla alla sbarra è di maltrattamenti sugli animali ma anche di emissioni pericolose.
Il gran numero di animali chiusi nell’abitazione, infatti, ha prodotto per mesi odori nauseabondi che i vicini hanno a più riprese denunciato, portando poi alla scoperta della singolare colonia casalinga da parte della polizia locale.
In base alle risultanze degli accertamenti effettuati, in particolare quelli affidati a un medico veterinario per appurare lo stato di salute dei mici, il pubblico ministero Roberto D’Angelo valuterà ora se chiedere il processo per la donna.
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La vicenda inizia lo scorso marzo quando gli agenti del nucleo Tutela animali della polizia locale si presenta alla porta dell’appartamento al quinto piano di una palazzina in corso Milano. Sono lì perché un inquilino ha denunciato di aver visto precipitare un gatto dal balcone di quell’appartamento.
Una segnalazione che si è aggiunta ad altre giunte in precedenza e che denunciavano odori nauseabondi arrivare dallo stesso alloggio. Quando gli agenti sono entrati non hanno trovato un bello spettacolo ad accoglierli: l’appartamento era in disordine, puzzolente e in condizioni igieniche a dir poco precarie.
Ed era affollato, decisamente: c’erano infatti 44 gatti, fra questi una micia in dolce attesa che da lì a qualche giorno avrebbe partorito altri due cuccioli. Gli animali non paiono in buona salute, molti di loro sono emaciati, altri sembrano ammalati e bisognosi di cure. Gli agenti danno corso al sequestro degli animali disposto dal pm che nel frattempo aveva aperto un fascicolo a seguito della segnalazione del gatto precipitato.
La cattura non si rivela un’operazione tanto semplice: molti mici sono diffidenti, alcuni aggressivi. E infatti un’agente viene graffiata ripetutamente a mani e braccia e per tre gatti si rinuncia alla cattura. Saranno recuperati in un secondo momento.
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Come prima tappa i gatti finiscono in una struttura di Ponte di Brenta gestita dall’associazione Balzoo che si prende cura di animali abbandonati e denutriti. Quelli che necessitavano cure urgenti sono stati seguiti nell’ospedale veterinario universitario di Legnaro. La polizia locale ha eseguito un sopralluogo anche in un’altra abitazione dove la donna titolare dell’appartamento di corso Milano risultava avere la residenza, in questo caso nel quartiere Mandria. Il timore era che anche lì ci fosse una colonia felina costretta tra le mura domestiche. Gatti, in realtà non ce n’erano, ma le condizioni igieniche dell’alloggio erano piuttosto scarse.
La notizia del sequestro dei gatti aveva suscitato un certo scalpore in città tanto che nei giorni seguenti in tanti si sono prodigati per portare del cibo e qualcuno si è offerto anche per una eventuale adozione. Il sequestro degli animali non ha messo fine alle lamentele degli inquilini di corso Milano perché a distanza di diversi giorni dall’intervento della polizia, l’alloggio non era ancora stato bonificato. Alla fine si è provveduto a rimetterlo in ordine e pulito.
E sono proseguite le indagini coordinate dalla Procura per ricostruire con la maggiore accuratezza il quadro complessivo per definire gli eventuali profili di responsabilità della donna proprietaria dei gatti, per alcuni dei quali c’era il sospetto che fossero stati rubati. Ora si vedrà se la storia finirà a processo.