A SCACCHI SUL SET CON LA TIGRE DI MONPRACEM
Nel cast di "Guerra di stoffe", il kolossal che stanno girando a Vicenza, sabato mattina si diffonde il panico.
Il copione prevede una scena di scacchi, e nessuno sa cosa fare.
Occorre contattare all'istante un grande esperto, un'autorità di chiara fama dal respiro internazionale, che col suo sapere possa risolvere il problema.
Eccomi quindi catapultato sul palco insieme a Marco Filippi, il più elegante dei soci del circolo, che in cuor suo spera pure di debuttare almeno come comparsa nel film.
E lì scopro che l'attore principale è nientemeno che
Kabir Bedi, il famoso Sankokan degli anni 70, che con Yanez, Tremalnaik e la perla di Labuan (l'incantevole Andre Carole) tenne milioni di spettatori incollati alla tv in tutto il mondo.
In pochi minuti io e Marco inventiamo una posizione che rispetti le esigenze del surreale dialogo - "se prende il mio cavallo, posso contrattaccare col mio alfiere" .... "ma allora la sua regina rimane scoperta "... "Sì non è chiaro, si può vincere e si può perdere".
Insomma, sacrifichiamo un cavallo in f5, diamo pure la regina e entriamo in una posizione strapersa in tutte le linee, che però allo spettatore può risultare credibile. Spieghiamo tutto ai due attori e la scena viene ripetuta almeno 20 volte, con impeccabile rigore del regista.
Chissà perchè , ho però l'impressione che Kebir non sia convinto, scuote la testa, aggrotta le sopracciglia pur non scomponendosi mai nella sua innata eleganza indiana.
Alla fine, parlandoci amabilmente, scopriamo che è un grande appassionato del gioco, conosce i nuovi giocatori indiani e "se Ding avrà i suoi soliti alti e bassi, Gukesh potrebbe vincere il mondiale".
Ecco perchè guardava la nostra posizione con quell'aria strana.....