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“Suicidi in carcere, il 2024 rischia di essere l’anno record”. Storia di Ishaq e degli altri morti in cella che continuano ad aumentare | Video

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“Suicidi in carcere, il 2024 rischia di essere l’anno record”. Storia di Ishaq e degli altri morti in cella che continuano ad aumentare | Video

Il numero dei suicidi negli istituti penitenziari italiani continua a salire. Solo giovedì 4 luglio le persone che si sono tolte la vita sono state tre: un detenuto a Livorno di 35 anni, un ragazzo di 20 anni nel carcere di Sollicciano a Firenze e un terzo a Pavia, anche lui di 20 anni. “L’anno […]

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Il numero dei suicidi negli istituti penitenziari italiani continua a salire. Solo giovedì 4 luglio le persone che si sono tolte la vita sono state tre: un detenuto a Livorno di 35 anni, un ragazzo di 20 anni nel carcere di Sollicciano a Firenze e un terzo a Pavia, anche lui di 20 anni. “L’anno con il numero più alto da quando si tiene questo triste conteggio è stato il 2022 con 84 suicidi – dichiara Valentina Calderone, Garante dei Detenuti di Roma – se questo però è il trend nella prima parte dell’anno, io credo che il 2024 sarà destinato a diventare l’anno con il primato“.
A oggi infatti sono 54 i detenuti che si sono tolti la vita (compresi quelli all’interno dei Cpr), quasi 20 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando i suicidi, fino a giugno, erano stati 34. “Con l’estate che arriva è molto probabile che il numero aumenti – spiega Maria Brucale, dell’Osservatorio Carcere Unione Camere Penali, durante la maratona oratoria organizzata per accendere i riflettori sulla situazione – questo accade perché si interrompono le attività, l’ingresso dei volontari, le lezioni scolastiche, tutte quelle cose che danno alle persone detenute la sensazione di essere ancora parte di un circuito vivente”.
Il primato per numero di suicidi nel 2023, secondo i dati dell’associazione Antigone, spetta a Regina Coeli, la Casa Circondariale di Roma, che si posiziona tra i primi posti anche per il sovraffollamento, pari al 182%, di molto superiore alla media nazionale del 130% circa. A soffrire maggiormente per le condizioni carcerarie sono soprattutto i detenuti comuni, in grande maggioranza di origine straniera. Come Mohammad Ishaq Khan, ragazzo pachistano di 31 anni, che si è tolto la vita nel penitenziario capitolino il 4 luglio. “Era una persona molto esuberante, parlava anche con i sassi – racconta Arianna Egle, amica di Ishaq, che stava realizzando un documentario su di lui e unica persona, oltre all’avvocata, autorizzata a visitarlo in carcere – lui vendeva pannocchie al Circeo, era molto contento, ma dopo che le autorità gli avevano sequestrato il carretto, aveva avuto un crollo psicologico“.
Al 31 marzo 2024 le persone detenute erano 61.049, a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti, con 13.500 detenuti in più rispetto a quella regolamentare. “C’è un’evidenza tra sovraffollamento e persone che decidono di togliersi la vita – continua Calderone – questo è ancora più vero se andiamo a guardare i dati istituto per istituto, dove c’è una correlazione evidente rispetto al fatto che Sollicciano, Poggio Reale e Regina Coeli hanno condizioni di vita peggiori”.
Il recente decreto Nordio io credo sia assolutamente insufficiente – sostiene Gaetano Scalise, presidente della Camera penale di Roma – questo provvedimento è un pannicello caldo di fronte a un malato molto grave”. Per porre ulteriore attenzione sui suicidi in carcere l’Unione delle Camere Penali Italiane ha indetto uno sciopero e convocato una manifestazione in piazza santi Apostoli a Roma fino al 12 luglio.

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