Primo sciopero in 55 anni alla Samsung. I dipendenti sudcoreani chiedono più soldi e più ferie
Migliaia di lavoratori Samsung sono in sciopero per chiedere migliori condizioni di lavoro e stipendi più alti. L’azienda, colosso globale di elettronica e tlc, nega che per ora ci siano ricadute sulla produzione. Secondo il sindacato ad incrociare le braccia sono stati 6,500 dipendenti sui 30mila iscritti. Una mobilitazione volutamente parziale, il livello dello scontro potrebbe alzarsi di livello in assenza di una risposta della società. Lo scorso giugno si è svolto il primo sciopero nella storia dell’azienda, innescato dal fallimento delle trattative. Le rivendicazioni dei dipendenti fanno seguito ai buoni risultati trimestrali appena diffusi. Sotto la pioggia, gli scioperanti si sono radunati fuori da uno dei più grandi siti del gruppo, indossando fasce rosse con la scritta “sciopero totale”. “Il nostro obiettivo con questo sciopero è quello di interrompere la produzione”, ha affermato il leader sindacale Son Woo-mok.
La mobilitazione avviene in un momento delicato. Samsung è in trattativa con Nvidia per la fornitura di schede di memoria AI di fascia alta e si appresta a svelare nuovi telefoni e orologi pieghevoli, nonché uno smart ring a Parigi prima delle Olimpiadi. “Il momento di questo sciopero è particolarmente critico in quanto coincide con le sfide della supply chain dei semiconduttori”, ha affermato Billy Leung, stratega degli investimenti presso Global X Management Co., parlando con Bloomberg. Proteste sindacali piuttosto energiche si sono già verificate in altre aziende sudcoreane come Hyundai Motor ma sinora Samsung era riuscita a scongiurare scioperi anche grazie ad un forte controllo sull’attività sindacale. La scorsa settimana il gruppo ha cercato di sgonfiare l’iniziativa annunciando bonus legati al rendimento. Al centro della disputa ci sono salari più alti e più ferie pagate. Ci sono inoltre rimostranze per il mancato pagamento di bonus legati ai risultati aziendali.
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