Quello che sappiamo con certezza sulla morte di Alex Marangon
Chi era Alex Marangon
Alex Marangon, classe 1998, di professione barman. Vive con la famiglia a Marcon (provincia di Venezia) in un condominio di via Monte Grappa, una laterale del centrale viale San Marco, in zona chiesa vecchia. Dopo gli studi tecnico - industriali al “Luzzatti” di Mestre lavorato come addetto alle vendite, per poi intraprendere la professione di barista in diversi locali. Una grande passione: lui stesso, sui social, postato diverse foto di cocktail di sua produzione, spiegando di essere appassionato di miscelazione. Un amore, quello per la professione di barman, dettato anche dalla possibilità di stare a contatto con la gente e soddisfare le loro richieste.
Alex Marangon ha anche praticato atletica. Ha militato nelle categorie giovanili della Biotekna, la società di Marcon che è una delle realtà più importanti a livello nazionale nella disciplina dell’atletica, con numerosi campioni italiani tesserati tra le sue fila.
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La sua morte, al centro di un’inchiesta della procura di Treviso, presenta ancora molti lati oscuri. Con questo articolo proviamo a cristallizzare ciò che di certo sappiamo, tralasciando tutto il resto.
Venerdì 28/06: «Aiuto alla guarigione»
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Alex arriva con la sua macchina alla festa all’Abbazia di Santa Bona a Vidor e partecipa ai riti previsti dall’evento organizzato da ZuMusic Project. Si tratta di un evento di Musica Medicina, definito come un aiuto nella guarigione. Per accedere è necessario acquistare un biglietto del valore di oltre 200 euro e la partecipazione prevede due giorni di ascolto di brani a 432 Hertz, considerata la frequenza della meditazione. La musica medicina, secondo gli organizzatori ha un alto potere curativo. rilassa la mente ed ispira l’anima a guarire sé stessa. Per agevolare il processo di guarigione vengono somministrati degli infusi, tra questi l’ayahuasca, preparata come un decotto. Alex risulta avere trascorso la giornata in serenità.
Sabato 29/06: un bagno nel fiume
Sabato mattina il barista 25enne raggiunge il Piave insieme ad un amico e si immergono nell’acqua del fiume per fare un bagno rigenerante. In serata la compagnia, circa 20 persone, si era intrattenuti ascoltando musica, suonando e sorseggiando nuovamente gli infusi.
Domenica 30/06: la scomparsa
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03.00: È notte fonda e dopo aver bevuto il decotto Alex non si sente bene. Sembra abbia avuto una crisi di ansia o un attacco di panico, cosa che lo avrebbe spinto a correre fuori dalla chiesetta dove la compagnia stava trascorrendo la nottata. Alcuni dei partecipanti alla cerimonia provano a fermarlo.
03.30: Alex non si ferma, corre verso l’esterno della sala dell’Abbazia di Santa Bona attraverso il cortile e viene visto vivo per l’ultima volta dai partecipanti alla festa. Un testimone racconta di come abbia visto Marangon allontanarsi per dirigersi verso la terrazza dell’Abbazia di Santa Bona.
Sono pochi i metri che separano la terrazza dal Piave, ricoperti però da fitta vegetazione. L’esterno dell’Abbazia non è buio, ad illuminare il giardino solo un falò accedo proprio davanti la porta della chiesetta benedettina, di Alex si perdono le tracce. Nello stanzone dove Alex avrebbe dovuto passare la notte sono rimasti il portafoglio, i documenti, le chiavi della macchina, un diario, il cellulare e un borsone.
I partecipanti cominciano a cercare il ragazzo, prima vicino alla chiesetta e dentro la struttura dell’Abbazia, poi escono e si dirigono sulla strada che porta alla spiaggia sul Piave.
06.30: I partecipanti all’evento non trovano Alex e dopo tre ore decidono di dare l’allarme ai carabinieri e segnalare la scomparsa del barista di Marcon. Sul posto arrivano i vigili del fuoco, l’elicottero Drago 149 e dalla squadra dei sommozzatori arrivata da Venezia, i carabinieri di Vittorio Veneto, la protezione civile, la polizia locale. Nell’Abbazia viene allestito un centro operativo delle ricerche, nel frattempo arrivano anche i genitori di Alex avvisati immediatamente dai carabinieri, e il sindaco di Vidor, Mario Bailo.
Le attività di ricerca continuano ininterrottamente giorno e notte anche attraverso droni con termocamere. Tra vigili del fuoco, carabinieri e volontari sono impegnate circa 50 persone.
Martedì 02/07: il corpo su un isolotto
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Dopo più di due giorni di ricerche, nel primo pomeriggio di martedì 2 luglio, viene ritrovato dai vigili del fuoco il cadavere di Alex arenato su un isolotto nel Piave a Ciano del Montello. Al momento del ritrovamento il corpo di Marangon presenta una ferita all’addome, una tumefazione all’occhio e un morso su un fianco.
La salma viene recuperata dall’elicottero del 115, viene adagiata nel prato nei pressi del cimitero di Ciano e da lì è stata portata via dalla polizia mortuaria. All’ospedale di Montebelluna viene eseguita una prima ispezione cadaverica.
Venerdì 05/07: ferite alla testa
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Il Pm Giovanni Valmassoi apre il fascicolo d'inchiesta per morte in conseguenza di altro reato e conferisce l’incarico all’ anatomopatologo Alberto Furlanetto, mentre la famiglia si affida a Antonello Cirnelli, come consulente di parte. L’esito delle autopsie coincide: il corpo del barista 25enne è morto per ferite multiple alla testa e presenta diverse fratture al costato e agli arti inferiori.
Sabato 06/07: è omicidio
Il procuratore di Treviso descrive ufficialmente la morte del 25enne di Marcon come omicidio. Il nome sul fascicolo d’inchiesta è stato modificato in omicidio volontario. È stato accertato che Alex ha avuto un'emorragia interna provocata da un violento trauma al torace che ha causato la perdita di tre quarti del sangue interno con una lenta emorragia incompatibile con l'ipotesi di una caduta accidentale in acqua, anche se da un'altezza elevata. In aggiunta a questo, sul corpo sono state trovate lesioni ai fianchi e sulla schiena riconducibili a una vera e propria aggressione.