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Июль
2024

Vincenza conosceva il suo assassino: una trappola mortale e due fendenti

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Vincenza Saracino conosceva il suo assassino. Chi mai avrebbe deviato il tragitto in bicicletta, a poche centinaia di metri da casa, per entrare in quel viottolo sterrato che porta a un casolare diroccato, sporco e pieno di putridi rifiuti, se non per una ragione ben precisa? Un appuntamento oppure una trappola ordita da qualcuno che la conosceva più o meno bene?

È una pista che gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Giovanni Valmassoi, stanno battendo. Che non si sia trattata di un’imboscata o di una rapina degenerata in omicidio lo dicono diversi dati di fatto. La donna sulle braccia aveva qualche graffio, compatibile con segni da difesa per un’improvvisa aggressione.

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Vincenza Saracino, però, quando ha incontrato il suo assassino non è scappata. Con ogni probabilità non si sentiva in pericolo. Forse doveva semplicemente parlare. Ma l’omicida, all’improvviso, le ha rifilato due colpi.

Uno alla mandibola, l’altro alla gola. Quest’ultimo con effetti mortali. Due colpi ben assestati con un’arma a punta, un coltello o un cacciavite.

Poi l’assassino se n’è andato via, lasciando sul posto la borsetta e la busta della spesa che la vittima aveva fatto all’Iperlando pochi minuti prima.

Lo testimoniano le stesse immagini del centro commerciale che alle 17.30 di martedì l’hanno immortalata mentre usciva dall’Iperlando dove era andata a prendere una bottiglia di vino e qualche confezione di generi alimentari.

Prima dell’appuntamento fatale, un quarto d’ora dopo il suo passaggio registrato dal sistema di videosorveglianza dell’Iperlando, la vittima era andata a prendersi un pacchetto di sigarette al bar Perla a Settecomuni.

Nello stesso locale, secondo la testimonianza delle gestrici, il marito di Vincenza, Fabio Stefanato, era entrato preoccupato per chiedere se avessero visto la moglie.

A stabilire l’orario della morte della donna sarà l’autopsia che la procura ha deciso di affidare all’istituto di medicina legale di Padova e che si farà nelle prossime ore. Con ogni probabilità, la donna è stata uccisa poco tempo dopo il suo passaggio al bar di Settecomuni.

Non ci sono, infatti, testimoni che l’abbiano notata da qualche parte successivamente all’acquisto delle sigarette.

La profonda ferita alla gola, causata dal fendente, è stata fatale tanto che l’ipotesi è che Vincenza Saracino, 50 anni di Molfetta, sia morta sul posto per dissanguamento. Nella notte, poi, la pioggia ha lavato via gran parte del sangue. Ma non ha cancellato altre tracce.

Sul posto i carabinieri hanno trovato e sequestrato il cellulare della vittima che sarà subito analizzato. Il telefono potrà dire se la donna si fosse data appuntamento con l’assassino al casolare abbandonato. Sequestrata anche la bicicletta elettrica della vittima, che l’omicida ha scaraventato in un cespuglio.

Ad accorgersi della sua presenza è stato un carabiniere, mentre con altri colleghi batteva la zona per cercare la donna scomparsa. Dal cespuglio ha notato che usciva il braccetto del cavalletto e, qualche metro più in là, è stato trovato il corpo senza vita della donna.

Anche nella giornata del 4 luglio, gli investigatori hanno sentito il marito e una pattuglia ha presidiato all’esterno la casa di via Vicinale San Vitale dove la vittima viveva con la sua famiglia.

Sono stati sentiti anche alcuni clienti del sexy shop Da Sade di Preganziol dove la donna lavorava assieme al marito. Si scandaglia a fondo la vita privata della donna proprio per vedere una svolta alle indagini che non tarderà ad arrivare.

Nel frattempo sono già state acquisite le immagini del sistema di videosorveglianza pubblica e privata della zona: il passaggio dell’assassino potrebbe essere stato immortalato.

«Ci aspettiamo importanti risposte dall’autopsia - spiega il capo della procura Marco Martani - su causa e orario della morte. Al momento stiamo procedendo contro ignoti perché non abbiamo indizi significativi nei confronti di nessuno. Stiamo usando tutti gli strumenti tipici che si usano nei casi di omicidio. Esclusa l’ipotesi della rapina, indaghiamo a 360 gradi. Abbiamo sentito come prassi il marito che ha dato l’allarme della scomparsa».