Venezia, gli scavi archeologici a Palazzo Ducale svelano antichi restauri
Il cantiere per il restauro dei masegni di Piazza San Marco continua a svelare frammenti inediti del passato di Venezia. Gli scavi all’angolo di Palazzo Ducale, accanto alla Porta della Carta, eseguiti dalla ditta Semper srl sotto la guida della direttrice per la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Sara Bini, hanno permesso di intercettare una struttura legata ai restauri di fine Ottocento affidati all’ingegner Annibale Forcellini.
«Abbiamo riportato alla luce i resti dell’appoggio delle palancole di legno: un sistema ingegnoso utilizzato per garantire la sicurezza dei lavori. Questa struttura non solo assicurava la stabilità dell’impalcatura, ma permetteva anche di procedere agilmente con il restauro», spiega Cinzia Rampazzo di Semper, «si tratta di un'opera ingegneristica di grande interesse che, all'epoca, ha consentito di mettere in sicurezza l'angolo di Palazzo Ducale».
Le pubblicazioni di Forcellini consentono di ricostruire numerosi interventi di restauro e modifica effettuati sull'edificio. «Certi dettagli si notano a vista d’occhio» evidenzia Rampazzo, «ad esempio, tra gli archi a sesto acuto della facciata, alcuni sono visibilmente più lisci: possiamo dedurre che siano stati sostituiti durante i lavori. Anche i tiranti presenti ancora oggi agli angoli dell’edificio testimoniano gli interventi di ristrutturazione ad opera di Forcellini».
Nel corso degli scavi è stata rinvenuta anche una struttura in conci lapidei, lunga circa 4 metri, in cattivo stato di conservazione. Questa muratura sembra essere la più antica dell'area perché sigillata da pavimentazioni in cotto risalenti al XIII e XIV secolo.
«Al momento non siamo in grado né di fornire una datazione precisa né di determinarne la funzione» sottolinea Bini «possiamo solo constatare che è stata intaccata da numerose buche di palo successive. Continueremo le indagini per raccogliere ulteriori elementi e trovare risposte». I nuovi ritrovamenti di fronte a Palazzo Ducale si aggiungono alle scoperte di qualche mese fa, sempre nell'ambito del progetto di restauro dei masegni portato avanti dall'amministrazione comunale.
Non solo era stata rinvenuta l'area di un antico mercato davanti al Caffè Quadri, ma erano anche riemersi alcuni elementi della chiesa di San Geminiano, la cattedrale dei Dogi, esistente prima della Basilica di San Marco nei secoli altomedievali. Le fonti archivistiche avevano già suggerito la loro presenza, ma solo con i recenti ritrovamenti sono state confermate le ipotesi.
Oltre alle murature e ai pavimenti, era stata scoperta anche una sepoltura comune con spallette in mattoni contenente i resti di almeno cinque persone, tra cui un bambino di età compresa tra otto e dieci anni ed una donna. Tutti questi reperti s'inseriscono in un quadro archeologico essenziale per comprendere l’evoluzione del “salotto” della Venezia storica: di frammento in frammento, la città sta rivelando il suo passato.