ru24.pro
World News in Italian
Июль
2024

Da uno a 40 casi di pertosse, appello dei medici: vaccinatevi

0

Nel 2023 ad ammalarsi era stata una sola persona in tutto il territorio dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale.

Nel corso dei primi sei mesi di quest’anno, invece, i casi di pertosse notificati e microbiologicamente confermati sono stati quaranta. Un evidente balzo all’insù che ha spinto i medici a raccomandare il ricorso alla vaccinazione.

Come viene evidenziato dagli esperti dell’European centre for disease prevention and control (Ecdc) in un comunicato dell’8 maggio scorso, l’epidemia di pertosse è attualmente presente anche nel resto dell’Europa, dove la maggior parte dei casi ha interessato bambini e adolescenti.

Il rischio di sviluppare forme gravi di malattia, però, riguarda soprattutto i neonati con meno di 6 mesi e le persone anziane.

Ed è proprio questa la distribuzione dei casi riscontrata anche nel territorio dell’Asufc: sono la popolazione pediatrica e diverse persone in età adulta e gli anziani le fasce maggiormente contagiate. A preoccupare, in particolare, è il fatto che per alcuni di questi casi si è reso necessario anche il ricovero ospedaliero.

Ebbene, stando a quanto accertato dall’Azienda sanitaria, la metà delle persone che hanno contratto l’infezione non aveva ricevuto alcuna dose di vaccino contro la pertosse, mentre un ulteriore quarto non aveva completato il ciclo vaccinale primario.

In totale, quindi, ben tre quarti dei pazienti non aveva una protezione adeguata nei confronti della malattia.

Vista l’elevata circolazione del batterio Bordetella pertussis, responsabile della malattia, tuttavia, esistono casi confermati anche tra chi è correttamente e completamente vaccinato. Si tratta comunque di una percentuale di gran lungo inferiore.

«Considerando, infatti, che la stragrande maggioranza della popolazione è vaccinata – osserva l’Asufc in una nota –, appare evidente che l’incidenza della malattia risulta sproporzionatamente più alta tra i non vaccinati (circa 20 volte maggiore), con un’efficacia protettiva del vaccino che è stimata essere superiore al 90 per cento».

Vista l’elevata contagiosità della pertosse, sia per la protezione individuale che per arginare la circolazione dell’infezione e proteggere le persone fragili presenti nella collettività, l’Asufc raccomanda quindi a tutti di verificare di essere in regola con la vaccinazione, ossia di avere completato il ciclo primario costituito da tre dosi ed essersi sottoposto ai richiami che, nell’adulto, vanno ripetuti ogni dieci anni circa.

Per proteggere i neonati nei primissimi mesi di vita è raccomandata la vaccinazione delle future mamme, possibilmente tra la 27ª e la 36ª settimana di gravidanza. La vaccinazione (dTpa) fornisce protezione anche nei confronti del tetano e della difterite e non presenta particolari controindicazioni.

A partire dal terzo mese di vita, poi, tutti i neonati riceveranno dall’Azienda sanitaria un invito personalizzato con appuntamento, cui è fondamentale non solo aderire, ma anche farlo senza ritardo.