“Biden sta valutando se ritirarsi”: il retroscena del New York Times (confermato dalla Cnn). La Casa Bianca: “È assolutamente falso”
Il retroscena, in quanto tale, è una notizia a metà. Ma se il retroscena in questione è pubblicato dal New York Times ha un peso specifico ben diverso, specie per la portata del fatto in questione: Joe Biden sta valutando se continuare la corsa alla Casa Bianca. Secondo il giornale, è quanto ammesso dal presidente nel corso di una conversazione con un suo alleato tenutasi martedì 2 luglio. Nel corso di questo faccia a faccia, Biden avrebbe detto di essere consapevole che potrebbe non essere in grado di salvare la sua candidatura se non convincerà il pubblico nei prossimi giorni sul fatto che può continuare il lavoro. A una settimana dal disastroso confronto tv con Trump, quindi, iniziano ad aumentare le possibilità che il numero uno della Casa Bianca possa effettivamente decidere di farsi da parte, concedendo ai democratici la possibilità di cambiare candidato in corsa. Anche la Cnn, del resto, ha confermando la notizia del New York Times: a sentire l’emittente, Biden – parlando in privato con uno dei suoi alleati più stretti – ha riconosciuto che i prossimi giorni saranno cruciali per capire se è ancora in grado di salvare la sua candidatura. In caso di esito negativo, ha riferito la fonte della Cnn, Biden è disposto ad accettare che le cose “non stanno funzionando”. Il presidente “capisce il momento. Ha gli occhi aperti”, ha riferito la fonte. “I sondaggi sono in caduta, la raccolta fondi si sta fermando e le interviste non stanno andando bene. Non è ignaro”.
Le smentite di rito – Quadro molto netto, insomma, che però si scontra con le dichiarazioni ufficiali dei diretti interessati. “L’articolo del New York Times è assolutamente falso” ha detto il portavoce della Casa Bianca Andrew Bates, che poi ha aggiunto: “Se il New York Times ci avesse concesso più di sette minuti per commentare lo avremmo detto”. Sulla stessa linea la vicepresidente Kamala Harris: “Sono orgogliosa di essere la compagna di corsa di Joe Biden. Biden è il nostro candidato. Abbiamo battuto Trump una volta e lo batteremo ancora” ha detto. I due si sono sentiti diverse volte dopo la debacle del presidente al dibattito tv e oggi pranzeranno insieme alla Casa Bianca, come quasi ogni mercoledì. Anche la campagna di Joe Biden ha il New York Times: in un’intervista alla Cnn, Quentine Fulks, manager della campagna, alla domanda se la prossima intervista di Biden all’Abc e i recenti sondaggi che lo danno in caduta peseranno sulle sue valutazioni di rimanere in corsa, ha risposto: “Non credo che questi eventi influiranno sulla decisione“. Ha aggiunto che la campagna vuole che le cose vadano bene, ma “non pensa che queste abbiano un peso sulla decisione di continuare a correre per la presidenza degli Stati Uniti“. “Ovviamente – ha quindi ammesso – ci sono stati 90 minuti di dibattito scadente, ma questo non definisce il record di risultati ottenuti, non definisce la visione che il presidente Biden ha”.
Kamala Harris prima alternativa – Sarà il suo ruolo ufficiale, sarà questo rapporto molto stretto con l’inquilino della Casa Bianca, fatto sta che per i più attenti osservatori delle dinamiche Usa, proprio la vicepresidente Harris è la migliore alternativa per sostituire Joe Biden nel caso in cui il presidente decidesse di non proseguire la sua campagna elettorale. L’indiscrezione è riportata dall’agenzia di stampa Reuters, che ha citato sette fonti della campagna di Biden, della Casa Bianca e del Democratic National Committee. Alcuni democratici influenti hanno proposto alternative a Kamala Harris, ipotizzando i nomi dei governatori di California e Michigan, Gavin Newsom e Gretchen Whitmer. Ma, secondo le fonti di Reuters, escludere Harris è un desiderio quasi impossibile da realizzare. Se nominata Harris, erediterebbe i fondi raccolti da Biden e la rete della sua campagna. Una sorta di conferma è arrivata anche dalle parole del deputato dem Jim Clyburn, che è stato fondamentale per la vittoria di Joe Biden nel 2020 mobilitando per lui la comunità afroamericana. Clyburn ha detto a Msnbc che sosterrà Kamala Harris come candidato democratico alla Casa Bianca se il presidente dovesse ritirarsi. Già il fatto di avanzare questa ipotesi fa pensare che il cambio in corsa sia effettivamente sul tavolo.
Altri 25 dem pronti a chiedere ufficialmente il passo indietro – Nel frattempo, in questa fase di incertezza, la frustrazione dei democratici di fronte alla risposta di Joe Biden e della sua amministrazione alla debacle del dibattito sale con il passare delle ore. In una riunione via Zoom che si è tenuta martedì, molti deputati liberal hanno criticato Biden per essere stato troppo lento a contattare i leader del partito dopo il dibattito e hanno puntato il dito contro lo staff del presidente, accusato di volerlo proteggere da chi vorrebbe parlargli di un suo ritiro dalla corsa alla presidenza. Lo ha riferito Axios, citando alcune fonti, secondo le quali i partecipanti hanno usato per Biden il soprannome ‘asino nella stanza’. Alla riunione via Zoom ha partecipato anche Lloyd Doggett, il primo liberal che ha chiesto pubblicamente al presidente di fare un passo indietro. E a quanto pare non sarebbe il solo. Almeno 25 deputati democratici, infatti, sarebbero pronti a chiedere a Joe Biden di rinunciare alla nomination nel caso continuasse a mostrarsi “traballante” nei prossimi giorni. È quanto riportano Fox e Newsweek, citando la solita Reuters. L’attenzione è concentrata sull’intervista di Biden a Abc per capire come il presidente riesce a “gestire una rapida successione di domande“.
In arrivo una lettera di tutti i dem? – Ma c’è di più. Secondo l’agenzia Bloomberg, decine di deputati democratici stanno valutando di firmare una lettera per chiedere il ritiro di Joe Biden dalla corsa alla Casa Bianca. A sentire le fonti citate da Bloomberg, a far circolare la missiva sono i liberal dei distretti tradizionalmente democratici e che hanno quindi meno da temere al voto. Per i democratici controllare la Camera o il Senato è cruciale in caso di vittoria di Donald Trump alle elezioni in vista della battaglia sul taglio delle tasse e del dibattito sull’aumento del tetto del debito. Il timore è che Biden possa pesare sull’affluenza degli elettori democratici e quindi ridurre le chance dei democratici per il Senato o la Camera.
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