Usura ed estorsione a Vigevano, quattro indagati
VIGEVANO. Estorsioni e usura a Vigevano: mercoledì all’alba i carabinieri di Vigevano hanno dato esecuzione a quattro ordinanze cautelari. Gli arresti sono l’esito di una complessa e articolata attività d’indagine volta a identificare e arrestare una banda di estorsori/usurai operante sul territorio vigevanese. L’indagine, coordinata dal pm Alberto Palermo della Procura di Pavia, ha permesso di identificare i componenti del sodalizio criminale, imprenditori di nazionalità italiana operanti nel settore edile locale.
«L’attività investigativa – si legge nella nota del procuratore Fabio Napoleone – è stata condotta dalla sezione operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile e ha avuto inizio nel mese di dicembre 2020, con l’acquisizione della notizia di reato da parte di un familiare di imprenditore locale, il quale si era rivolto ad alcuni soggetti, domiciliati a Vigevano e in Lomellina, per un prestito di denaro determinato dal momentaneo periodo di sofferenza finanziaria». Dopo aver concesso il prestito gli indagati - a stretto giro - avevano iniziato a intimarne la restituzione con minacce ed atti intimidatori, tra cui incendi e percosse, con un interesse usurario salito in poco tempo ad oltre il 150%. Secondo quanto ricostruito, l’imprenditore era stato costretto dunque a cedere un capannone industriale e una casa di proprietà «a prezzi nettamente inferiori al valore di mercato». I militari hanno individuato anche un’altra vittima, un secondo imprenditore, che si era rivolto agli indagati per ottenere prestiti di denaro.
L’operazione
All’alba di mercoledì 3 luglio 64 militari, con un cospicuo rinforzo messo a disposizione dal comando provinciale Carabinieri di Pavia, hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di due soggetti. Un altro è stato posto agli arresti domiciliari mentre la quarta persona indagate, dipendente di uno dei soggetti sottoposti a custodia in carcere, ha l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria.
Eseguiti anche 15 decreti di perquisizione nei confronti dei quattro indagati e di altri soggetti, allo stato non iscritti nel registro notizie di reato che hanno avuto significativi contatti con gli indagati e che sono risultati, a vario titolo, coinvolti nei fatti per cui si procede: sequestrati circa 70.000 euro in contanti, un’arma illegalmente detenuta, un manganello sfollagente, circa 80 grammi di marijuana, manoscritti vari attestanti la dovuta restituzione di soldi da parte delle vittime e documentazione contabile relative alle ditte dei soggetti arrestati.