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Июль
2024

Vanessa abbraccia la bara del suo Max, morto in un incidente stradale: «Eravamo felici»

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SAN GIORGIO DI NOGARO. «Eravamo una famiglia felice». Abbracciata alla bara del suo Max, Vanessa ha continuato a ripetere queste parole, che evidenziano tutto lo strazio per una tragedia che ha sconvolto la sua famiglia quel sabato sera del 23 giugno, quando un mezzo proveniente dalla corsia opposta è finito addosso alla sua automobile, sulla quale viaggiavano il compagno, che ha perso la vita, il figlioletto di appena quattro anni, che ha riportato gravi ferite, e un amico che si trovava assieme a loro. Il bimbo è ancora ricoverato all’ospedale di Udine.

Lunedì 1 luglio, a Villa Dora, sono stati celebrati i funerali laici di Max Macoratti, 27 anni, al quale hanno partecipato tantissime persone, nonostante il maltempo, che hanno voluto tributargli l’ultimo saluto e dimostrare tutto l’affetto e la vicinanza a una famiglia così duramente colpita. Come è stato spiegato all’inizio della cerimonia «il funerale laico non è ateo, ma vuole essere un momento per ognuno per ricordare Max a modo suo».

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La commemorazione è iniziata con la lettura della poesia di Scott Holland “La morte non è niente”, alla quale è seguito l’accorato intervento del fratello Yuri, che la ricordato come Max fosse sempre stato protettivo nei suoi confronti ma anche con i fratelli, Giacomo e Miriam. Il fratello ha ricordato anche l’affetto per mamma Mary e papà Michele e ha parlato del suo percorso scolastico, iniziato in quella scuola di San Giorgio oggi frequentata dal figlioletto e poi della decisione di frequentare le superiori al Sello, per passare subito all’Enaip di Pasian di Prato «perchè amava i motori: aveva una grande manualità ereditata dal nonno Giosuè».

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Yuri Macoratti ha poi sottolineato la bontà del fratello, il suo essere sempre a disposizione per dare una mano, la sua gioia di vivere, la passione per lo sport ma soprattutto l’amore per Vanessa e il figlio «di cui mi prenderò cura io come fosse mio figlio» . Yuri, però ha anche lanciato un monito verso chi va in macchina.

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«Non si può morire così – ha detto –. Pensiamo bene prima di metterci in macchina se siamo ubriachi». Ha quindi ringraziato i sanitari del 112, i vigili del fuoco, i carabinieri e la Protezione civile, «che sono i veri eroi». Poi Vanessa, con la voce rotta dal pianto, ha ricordato che ogni frase che si scambiavano iniziava o finiva con “ti amo”. Poi la compagna, rivolgendosi a Max, ha chiesto: «Ti prego porta fuori il nostro bimbo da questa situazione e aiutalo a non patirne troppo in futuro. Noi andremo avanti e ce la faremo, perché tu ci sarai sempre». A portare il cordoglio della comunità il sindaco Pietro Del Frate, che si è impegnato a «fare qualcosa di più perché questi fatti non accadano».