Verona tra concerti, arte e moda: dall’arena fino all’ex seminario di San Massimo, il nostro itinerario tra passato e futuro
Verona è sempre una buona idea. L’amore per questa città non passa solo dalla love story tra Romeo e Giulietta ma anche dal suo clima vivace, dai suoi palazzi storici e dai suoi progetti per un futuro all’insegna della sostenibilità. Perché tra sostenibilità, accoglienza e utilità sociale; la volontà di riportare in vita un’importante area dismessa della città come quella dell’ex seminario di San Massimo diventa l’occasione per promuovere modelli virtuosi di rinascita urbana. Quando si arriva qui, è impossibile non partire per un tour della città dalla musica che proviene dall’Arena di Verona. Un percorso musicale che prende vita dalla stagione lirica tutt’ora in corso fino alla programmazione pop e agli eventi tv di chiusura previsti a settembre 2024 come “Tim Music Awards” e “Power Hits Estate” di RTL 102.5. Vogliamo parlare poi dei monumenti sparsi per la città? Seguendo le sponde del fiume Adige magicamente è possibile ritrovarsi catapultati nella lotta tra Montecchi e Capuleti, nel cortile della casa di Giulietta. Poi via verso un rigenerante aperitivo nell’affascinante Piazza delle Erbe.
Immancabile poi una passeggiata in relax tra le vetrine delle vie dello shopping, dove sempre più brand di moda decidono di puntare. Dopo tutte queste attività vi è venuto un certo languorino, non è vero? Eccoci quindi pronti per segnalarvi due posti interessanti e in pieno centro dove poter pranzare o cenare in tutta tranquillità: il primo è Signorvino in Corso di Porta Nuova 2/a. Tra una vastissima selezione di etichette di vini, Signorvino è anche taglieri di salumi e formaggi, gnocco fritto e stuzzichini davvero invitanti (da provare le patatine fritte, superlative). Qualità, rapidità e prezzi davvero economici lo rendono il punto di riferimento ideale per un pranzo veloce che non sottragga troppo tempo alla visita della città. Il secondo luogo che vi consigliamo si trova in Corso Castelvecchio 21, a Verona: la Locanda di Castelvecchio. Qui è possibile assaggiare una cucina tradizionale, semplice e genuina. Un luogo che parla da solo per atmosfera, clima e arredamento (dove il tempo sembra davvero essersi fermato). Un angolo chic immerso nel verde, nel cuore di Verona.
E se è vero che musica e arte si fondono nel cuore di Verona, anche nell’hinterland c’è tanto da visitare. A partire proprio dall’area dell’Ex Seminario di San Massimo. Qui, la Diocesi di Verona, ha deciso di realizzare un concorso di idee e riqualifica. Un desiderio, su tutti: niente gru o cantieri. Niente da abbattere ma tanto da aggiungere, strizzando l’occhio alla sostenibilità e al green. Il sito, delle dimensioni di circa 17 ettari è collocato nel quadrante ovest di Verona, nei pressi dell’omonimo quartiere San Massimo e presenta tre blocchi funzionali immediatamente riconoscibili: le tre ali, di cui due orientate verso sud e una verso nord, e un corpo centrale, tutti pensati per ospitare le residenze dei seminaristi, le aule scolastiche, i laboratori didattici, gli spazi comuni, oltre che i servizi, quali cucine, mense, macelleria, falegnameria e stamperia. Presente anche un teatro-auditorium interrato da oltre 700 posti a sedere, sormontato dalla grande Chiesa di San Giuseppe. Vi è anche un piccolo compendio di edifici rurali, utilizzati in passato per la coltivazione della campagna circostante. A breve sarà possibile fare tappa anche in questa zona per scoprirne il suo futuro. Basti pensare che dai 70 progetti pervenuti (scesi poi a dieci con una prima scrematura) si è arrivati al podio e alle menzioni speciali. Ai vincitori, individuati come primo, secondo e terzo selezionato, è stato attribuito un premio in denaro, per un totale di euro 50.000.
1° PREMIO assegnato alla proposta SEMINARIO EXTRA presentata da Pool landscape srl in raggruppamento con gli architetti Ludovico Centis, Ilaria Forti, Francesco Laserpe e da Federico Vascotto. Seminario Extra propone attività di formazione, accoglienza, editoriali e di informazione legate alla cura e coltivazione della terra nell’ottica delle sfide poste dal cambiamento climatico e delle opportunità che la digitalizzazione e il progresso tecnologico offrono.
2° PREMIO assegnato alla proposta QUARTIERE SAN MASSIMO presentata da OASI architects Studio Associato in raggruppamento con Almo Collegio Borromeo. Quartiere San Massimo parte da un cambio di prospettiva immaginativa e progettuale, non più “monolitica”, ma policentrica. Una combinazione insomma di ambienti privati e pubblici dalle diverse destinazioni, come in un piccolo centro rurale: con spazi di residenza per nuclei familiari, asili, luoghi educativi e aggregativi, residenze per persone anziane, giardini e orti comuni, servizi di carattere sanitario, commerciale di prossimità, artigianale, culturale ecc.
3° PREMIO assegnato alla proposta SEMIinARIA presentata da Bunch Studio di Architettura. Il progetto propone una riqualificazione progressiva, dando vita ad un percorso che, una volta attivato, produca poi al suo interno le risorse e le strategie per il suo completamento. Un modello di integrazione dei giovani migranti, articolato e condiviso dal territorio. L’intento è di sfuggire alla logica dell’emergenza per regolarizzare i flussi migratori, favorendo l’incontro virtuoso tra beneficiari e comunità di accoglienza e quindi, in prospettiva, agevolando l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Alla giuria dunque è spettato l’arduo compito di decretare i vincitori. Dal Vescovo della Diocesi di Verona, Mons. Domenico Pompili, all’architetto Giacomo Borrella (co founder dello studio Albori). E ancora: Don Luca Albertini (Rettore del Seminario Vescovile di Verona), Dott. Marco Morganti (direzione impact presso Banca Intesa San Paolo), Arch. Alessia De Biase (Université Paris Nanterre) e Sandro Veronesi. Quest’ultimo è decisamente un nome noto e altisonante sia nella città di Verona che in tutta Italia. Già presidente della Fondazione San Zeno, Veronesi è a capo del Gruppo Oniverse, che ingloba differenti brand tra cui Calzedonia, Intimissimi, Falconeri e Tezenis (solo per citarne alcuni). “Io ci sono perché ci credo. Spero questa possa essere un’iniziativa replicata in tanti altri ambiti”, ha incalzato Veronesi. Per poi continuare: “Questo è solo l’inizio, ora ci troviamo in una fase embrionale, che io definisco degli “schizzi”. Diciamo che abbiamo piantato un seme. Ora serviranno numerose energie per i passi successivi. Alla fine, se ci facciamo caso, prima di arrivare nei nostri store i prodotti passano numerosi test e non è detto che tutti possano arrivare al successo. Però bisogna pur mettersi in gioco e iniziare, no?”. Una consapevolezza, la sua, che deve far riflettere i numerosi ambiti in cui questo scheletro potrebbe venire tranquillamente riproposto.
Perché se è vero che, come spiega Veronesi, “non è difficile trovare i soldi, ma le idee”, bisogna puntare sempre più su sostenibilità, accoglienza e utilità sociale in ogni ambito nelle nostre città. Un esempio, questo, che vive il presente in attesa del futuro. Ecco dunque il perché nel voler aprire il bando non solo a professionisti ma anche ad associazioni, studenti universitari o tutti coloro appassionati al tema. È giunto il momento di tornare in pieno centro, dove la movida veronese la notte prende vita, tra deejay set ed eventi in piazza Brà.
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