Ultima Generazione a rischio chiusura: coi danni ancora da pagare, chi li finanzia taglia i fondi agli eco-vandali d’Italia
Ultima Generazione a rischio chiusura. Dopo tante proteste, ettolitri di vernice sparati su monumenti, palazzi istituzionali e piazze popolare. Tra urla e allarmi catastrofistici, annunci apocalittici e sentenze senza possibilità d’appello. Imperterriti con blocchi stradali che hanno congestionato il traffico, aumentato le emissioni di gas di scarico e indispettito cittadini a cui hanno impedito di arrivare al lavoro in orario, e con una serie impressionante di denunce e multe salate per i danni arrecati ancora tutti da saldare, il comparto italiano di eco-vandali rischia di chiudere i battenti.
Ultima Generazione a rischio chiusura?
A quanto apprende l’Adnkronos, infatti, tra i loro attivisti serpeggia “sconcerto” e “preoccupazione” perché il Climate Emergency Fund sarebbe in procinto di tagliare i fondi, destinati al movimento italiano degli attivisti del clima, per dirottarli verso progetti negli Stati Uniti. Ubi maior, minor cessat: e chi rompe paga i cocci. Non sappiamo quanto e come evolverà l’indiscrezione rilanciata dall’Adnkronos che vede a rischio i militanti italiani del movimento di eco-vandali in azione da tempo sulla scia dell’allarme ecologista rilanciato a suon di imbrattamenti, sfregi e blocchi stradali.
La piattaforma americana che li finanzia chiude i cordoni della borsa
Quel che è certo, al momento, è che il Climate Emergency Fund che li finanzia è una piattaforma americana che raccoglie donazioni per azioni non violente di disobbedienza civile al fine di promuovere l’urgenza di interventi dei governi contro i cambiamenti climatici. Ultima Generazione, dunque, beneficia di queste donazioni, che sono indispensabili per organizzare l’attività e sostenere gli attivisti sotto processo. Il taglio di questi finanziamenti potrebbe comportare la scomparsa del movimento italiano per mancanza fondi.
Ultima Generazione a rischio chiusura: stop a donazioni e finanziamenti alla pattuglia italiana del Movimento
A fronte dell’epilogo che per la frangia italiana del movimento sarebbe disastroso, restano agli atti le sanzioni delle condanne che pesano per decine e decine di migliaia d’euro sul movimento che, più che mai ora, ha bisogno di fare cassa. E il credere sempre volere, fortissimamente credere nella mobilitazione sempre definita non violenta, ma che di danni sul terreno che ha provocati non pochi, ora comincia a vacillare. Non le intenzioni, magari, ma di sicuro nella possibilità di tradurle in azioni concrete. Per quelle servono disponibilità concrete: come con gli ultimi mesi soprattutto di campagna intestata al Fondo di riparazione gli attivisti armati di vernice hanno palesato, scoprendo un fianco e rimettendosi alle “persone comuni” a cui si sono rivolte a suon di post e tweet anche dai social, appellandosi a loro chiedendo ” il loro tempo”, certo. Ma anche «le loro risorse materiali”.
L’appello degli eco-vandali reiterato negli ultimi mesi
Per continuare a pianificare sul medio lungo termine abbiamo bisogno di maggior stabilità e resilienza davanti ai costi della repressione. Possiamo raggiungerla grazie a donazioni mensili. Non stare a guardare, contribuisci anche tu, si legge sulla Hompage di Ultima Generazione a proposito del Fondo di riparazione. Fondi che, esplicitano chiaramente sul loro siti, vogliono che «vengano ottenuti livellando le ingiustizie sociali: extra-profitti delle industrie fossili, taglio totale dei sussidi pubblici ai combustibili fossili» e via di seguito discorrendo…. Ora però, la tavola imbandita da tanti propositi rivoluzionari, rischia di essere sparecchiata in buona parte da chi, finora, l’ha foraggiata…
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