Travolta e uccisa da un’auto a Cadoneghe: chi era Wan la fotografa delle lauree
«Le buone azioni che Wan ha compiuto la seguiranno in ogni vita». È uno dei tanti auguri che amici e amiche connazionali stanno postando da sabato sera nei social di Chawiwan Uppachit, la 63enne tailandese morta dopo essere stata travolta in bici da un’automobile, in via Marconi a Cadoneghe.
Chawiwan, per tutti Wan, era molto conosciuta nella comunità tailandese e buddista del Veneto, ma non solo: per anni aveva infatti fotografato decine e decine di laureati davanti alle facoltà dell’Università di Padova. Aveva ereditato la passione, e anche la professionalità, dal marito Paolo, mancato poco più di sette anni fa.
La tragedia che ha spezzato la vita di Wan è avvenuta alle 15.45 di sabato scorso: era in sella alla propria bici, quando con il proprio mezzo è stata violentemente sbalzata per diversi metri da una Nissan Juke, all’incrocio tra via Marconi e via Toscanini. È morta dopo poche ore nell’ospedale di Padova, dove era stata trasportata d’urgenza.
«Stava andando a lavoro», racconta l’amica Somboon Mitphama, «da qualche tempo faceva la collaboratrice domestica per un anziano». Ed è proprio l’amica connazionale a raccontare la storia di Wan: «Era in Italia praticamente da trent’anni, viveva a Padova».
In via Savonarola, per la precisione, assieme al figlio. «Era originaria di Roi Et, nella Thailandia del Nordest. Era sposata con Paolo Vettore, che purtroppo è mancato qualche anno fa: erano molto legati e lei ha sofferto molto per quella perdita. Ha però cercato di riprendersi velocemente, rimboccandosi le maniche anche per garantire una sicurezza al figlio».
Proprio il marito l’aveva coinvolta professionalmente: avevano la licenza per realizzare servizi fotografici ai laureati in varie città d’Italia, Padova compresa. Anche dopo la morte del coniuge, Wan aveva portato avanti questo lavoro, perlomeno fino a qualche anno fa. Più di qualcuno, probabilmente, si ricorderà il volto di Wan in un giorno così importante come quello della fine del percorso di studi.
La 63enne aveva tre figli, ma solo uno vive qui in Italia. Il legame con mamma era fortissimo, anche per alcune patologie che il ragazzo ha e che ora lo costringeranno a raggiungere la famiglia in Thailandia. «Purtroppo era già stata vittima di almeno altri due incidenti gravi, l’ultimo sempre in bici: era stata costretta a rimanere in ospedale per molto tempo», ricorda ancora l’amica.
Al momento non è possibile sapere quando verrà dato l’ultimo saluto a Wan – non sarà celebrato un funerale cristiano, ovviamente, essendo la donna di professione buddista – in quanto sono in corso accertamenti per valutare le responsabilità dell’incidente. Sono tantissimi i messaggi di cordoglio che, nei social della donna, stanno testimoniando l’affetto sincero verso la 63enne.