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Июнь
2024

Finti rifornimenti sui mezzi della Croce Rossa: 18 mesi di lavori socialmente utili e risarcimento di 60 mila euro

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UDINE. Sedici ore mensili, tra lavori socialmente utili e volontariato, per diciotto mesi, senza contare il risarcimento da 60 mila euro (20 mila euro ciascuno da versare) a fronte di un ammanco da quasi 350 mila euro nelle casse della Croce Rossa di Udine generato dalla lunga serie di addebiti per finti rifornimenti di carburante.

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Nella mattinata di venerdì 28 giugno sono comparsi davanti al giudice monocratico Paola Turri il quarantottenne udinese Massimiliano Quaino, ex responsabile della gestione dell’autoparco della Cri, difeso dall’avvocato Serena Giliberti da un lato, e i coniugi Andrea Mauro, 53 anni, e Catia Zuttion, 50 anni, di Bagnaria Arsa, titolari del distributore Agip Eni di via del Cotonificio a Udine, difesi dall’avvocato Gina Mauro.

Il giudice, in accoglimento dell’istanza di messa alla prova, ha disposto di far svolgere lavori di pubblica utilità ai tre imputati. Quaino presterà la sua opera di volontariato al Corpo volontari per il soccorso Aps di Tavagnacco mentre Mauro e Zuttion alla cooperativa sociale Arte e Libro di Udine.

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L’avvocato Vincenzo Cinque, che difende la Cri, ha chiesto che la rateizzazione del risarcimento parziale avvenga entro il termine del programma di messa alla prova. «I 60 mila euro sono un risarcimento parziale – spiega il legale – ricevuto a titolo di acconto del maggior danno patito, per il quale si procederà in sede civile». I tre imputati, accusati di aver messo in piedi un sistema di finti rifornimenti di carburante sui mezzi della Cri – un’ambulanza, una Fiat Panda, un furgone Nissan Vanette e una monovolume Citroen Evasion dismessi dal 2017 oltre a una Land Rover ferma da mesi – che avrebbe permesso loro di intascare 348.236 euro tra l’inizio di gennaio del 2017 e il 31 marzo 2021.

Il reato contestato è quello di indebito utilizzo e falsificazione delle carte di credito e pagamento. I difensori dei tre imputati avevano chiesto la sospensione del procedimento con messa alla prova.

Un rito che permette di evitare il processo penale se l’imputato decide di sottoporsi a un percorso di riabilitazione sociale che comprende anche lo svolgimento, a titolo gratuito, di un lavoro di pubblica utilità e consente di evitare il processo e quindi l'eventuale condanna.

Quaino, Mauro e Zuttion hanno riconosciuto la sussistenza dei fatti contestati e hanno manifestato un sincero rammarico per l’accaduto. Era stata la presidente Cri Cristina Ceruti, in quel periodo da poco insediata, ad avviare un’indagine interna per venire a capo dell’ammanco e a sporgere denuncia.

Il giudice Turri ha disposto una nuova udienza per l’8 luglio 2025 al fine di valutare la corretta esecuzione degli impegni assunti dagli imputati a seguito della richiesta di messa alla prova.