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Июнь
2024

Un milione dalla Regione a Udine, a Trieste quasi il triplo

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UDINE. La giunta regionale ha definito la suddivisione degli ulteriori 20 milioni per l’anno in corso (e saranno altrettanti anche per il 2025 e il 2026) che andranno a integrare la quota ordinaria del fondo unico comunale.

Volgarmente si tratta dei trasferimenti diretti effettuati, appunto, dalla Regione ai Comuni – che lo ricordiamo ha potestà primaria in materia di finanza locale in virtù dello Statuto di Autonomia – per garantire non soltanto il pagamento del personale (o almeno di parte di esso), ma anche l’erogazione dei servizi.

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Con quest’ultima manovra, non a caso inserita all’interno dell’assestamento di Bilancio estivo che approderà in Consiglio regionale a metà luglio, il totale sale a 481 milioni.

Tanti, senza dubbio, ma con ogni probabilità non sufficienti a placare le polemiche sull’asse palazzo D’Aronco-piazza Unità, cioè tra Comune di Udine e Regione, sull’assegnazione dei fondi.

Numeri alla mano, infatti, a Udine andrà 1 milione 233 mila 630,43 euro contro i 3 milioni 36 mila 366,16 destinati a Trieste: quasi il triplo della somma. Restando sempre nell’ambito delle città capoluogo, inoltre, Pordenone otterrà 678 mila 814,46 euro, mentre Gorizia 484 mila 804,45 euro.

Non c’è stata, dunque, nessuna modifica a quanto illustrato al Consiglio delle autonomie locali un paio di settimane fa dall’assessore regionale Pierpaolo Roberti. In quell’occasione, nel dettaglio, il vicesindaco di Udine, Alessandro Venanzi, si era astenuto sulla bozza di assestamento di Bilancio presentata ai Comuni prima del definitivo via libera della giunta Fedriga.

«Il nostro auspicio è che si possa arrivare a una risoluzione definitiva delle sperequazioni che penalizzano alcune città a scapito di altre, piccoli comuni compresi – aveva detto Venanzi –. Il Comune di Udine ottiene trasferimenti del Fondo pari a circa il 20% in meno rispetto a Trieste e Gorizia e paga dazio anche con Pordenone».

Dura, sia nei toni, sia nei contenuti era stata la replica di Roberti che aveva parlato di «attacco politico» contro la Regione.

L’assessore alle Autonomie locali aveva poi spiegato come i criteri per l’assegnazione dei fondi fossero stati «ereditati dai tempi di Debora Serracchiani, quando in Comune a Udine governava Furio Honsell, non Pietro Fontanini» e che il numero di abitanti contasse poco perchè «altrimenti, se dividessimo il fondo soltanto in proporzione ai residenti, Drenchia riceverebbe 40 mila euro, non potendo nemmeno permettersi un dipendente».

Quanto a Trieste, «il plus è legato al fatto che alcune funzioni di norma gestite dallo Stato, come i servizi educativi, sono in capo al Comune».