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Июнь
2024

Venezia, l’ex Bazzani: «Eusebio merita di allenare»

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Due stagioni caratterizzate da due promozioni in A, prima nel’97-’98 poi nel 2000-01, 50 presenze e 7 gol, sono questi i numeri di Fabio Bazzani con la maglia del Venezia. L’ex attaccante, che proprio con la società veneta fece il suo esordio in massima categoria, oggi è commentatore tecnico di Dazn dove ha potuto seguire da vicino il campionato degli arancioneroverdi.

Il Venezia è pronto a dare il benvenuto a Eusebio Di Francesco e Bazzani non ha dubbi questa volta per i veneziani potrebbe essere l’occasione giusta per restare tra le big del calcio.

Bazzani, cosa si aspetta dal Venezia e da questo ritorno in serie A?

«Mi aspetto che, dopo l’ultima esperienza, possano consolidare la propria presenza in Serie A. Il Venezia ha una piazza e una società che meritano questa categoria e io spero che possano riuscire a mantenerla».

Da commentatore tecnico come ha visto il Venezia in questa stagione e cosa ha apprezzato di più?

«Il Venezia era la squadra che giocava il calcio migliore. In quest’ultima stagione in Serie B ha portato in campo un calcio propositivo e ad alta intensità. Il lavoro fatto da Paolo Vanoli è stato straordinario perché è riuscito a costruire un gruppo forte e coeso facendo emergere ogni individualità, mantenendo una continuità di risultati che non è mancata nello sprint finale e che poi si è tradotta nella vittoria dei playoff. Durante la stagione ha perso anche un giocatore del calibro di Dennis Johnsen, ma questo non gli ha fatto perdere stabilità, anzi, ha mantenuto il gruppo ben saldo raggiungendo nuovamente la Serie A».

E tra i giocatori quali sono quelli che l’hanno colpita maggiormente?

«La forza di questo Venezia è stata data dal collettivo, certo avere individualità come Joel Pohjanpalo, Christian Gytkjær e Tanner Tessmann ti permette di poter contare su un assetto di base importante e che soprattutto ti garantisce tanti gol che sono quelli a fare la differenza. Vanoli, però, lascia un Venezia che quest’anno giocava alla perfezione: era come un’orchestra dove tutti gli strumenti suonavano all’unisono».

Quali sono i ricordi che conserva delle sue esperienze con la maglia arancioneroverde?

«Ho due momenti che ricordo nitidamente ed entrambi sono legati alle due promozioni in serie A. La prima fu nel ’97-’98 e purtroppo non potei viverla da protagonista perché quell’anno mi infortunai al ginocchio e non potei giocare quanto avrei voluto, ma fui molto contento del traguardo raggiunto. La seconda volta, invece, fu ancora più bella perché ero tornato a Venezia proprio in quella stagione, 2000-01, e quella volta potei vivere la promozione a pieno. Alla guida della squadra c’era Cesare Prandelli ed erano i tempi della presidenza Zamparini. Ricordo tutto ogni istante come se fosse oggi, Venezia è una città unica nel suo genere così come lo è la sua tifoseria e quei momenti sono indelebili per me».

Cosa ne pensa della scelta di affidare la panchina del Venezia a Eusebio Di Francesco?

«Sono felice che Di Francesco possa riprendere subito ad allenare perché se lo merita. Ha vissuto una retrocessione immeritata perché a Frosinone ha lavorato bene».