La Calabria ritrova il mare pulito dopo decenni di lassismo. I successi della giunta Occhiuto
La Calabria, terra bellissima e con oltre ottocento chilometri di costa, ritrova il mare pulito. Dopo decenni di disastri il lavoro della giunta regionale di centrodestra guidata da Roberto Occhiuto sta iniziando a dare i suoi frutti. E i risultati si vedono.
Venti bandiere blu nel 2024
Le bandiere blu, che sottolineano la purezza delle spiagge, sono salite a venti nell’anno in corso, distribuite in tutte e cinque le province.
Com’è noto, la Bandiera Blu è un riconoscimento conferito annualmente dalla Foundation for Environmental Education (FEE) alle località costiere europee che soddisfano una serie di parametri di qualità relativi alla balneazione e ai servizi (pulizia delle spiagge e approdi turistici).
Il 93% delle acque balneabili in Calabria
Ma il risultato migliore per la giunta di centrodestra è l’indice di balneabilità del mare che arriva a toccare il 93%. Un indice che raggiungerebbe quasi il massimo se non permanesse la criticità del Tirreno cosentino rispetto alla quale, però, l’esecutivo regionale sta effettuando da due anni interventi radicali.
Grazie al lavoro compiuto in sinergia con il Dipartimento regionale per l’Ambiente e l’agenzia regionale Arpacal sono stati effettuati monitoraggi sui sistemi di fognatura e sul collettamento di strutture private e pubbliche che addirittura non risultavano a norma, scaricando sui fiumi e sul mare.
La Regione ha utilizzato fondi strutturali , assegnandoli ai comuni, per effettuare i lavori richiesti, per ottimizzare il sistema fognario, facendo un’azione di mappatura in grado di garantire che gli scarichi refluissero correttamente nei sistemi fognari.
Un sistema colpito dall’abusivismo edilizio
In una regione prevalentemente basata sul binomio agricoltura-turismo e priva di grandi insediamenti industriali le acque marine sarebbero dovute essere cristalline e invece si è pagato il prezzo dell’abusivismo edilizio iniziato sul finire degli anni settanta e proseguito fino agli anni novanta.
Interi edifici costruiti praticamente a cento metri dalla battigia oppure ( soprattutto nel Tirreno cosentino) non collettate al sistema fognario. Oggi si cambia registro e si restituisce alla Calabria quel “mare da bere” che la sinistra aveva inutilmente promesso negli anni passati.
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