Sette mesi per un semaforo a Torre di Mosto, compare uno striscione: «Vergogna»
«Vergogna». È il messaggio apparso su alcuni dei new jersey che sbarrano gli innesti tra la provinciale 62 via Tezze e la statale 14 Triestina, all’altezza del ponte “della provincia” sul Livenza, a Torre di Mosto.
La mano di ignoti si è fatta portavoce della rabbia di automobilisti e residenti.
Sono trascorsi sette mesi da quando, lo scorso novembre, sono terminati i lavori di ristrutturazione del ponte eseguiti da Anas.
Ma, se il traffico sulla statale è tornato a scorrere, rimangono chiusi gli innesti tra la strada arginale, la Sp 62, e la Triestina, sia dal lato Torre di Mosto che da quello per chi arriva da Sant’Anastasio.
Gli accordi tra Comune, Anas, prefettura e vari enti coinvolti prevedevano che, al termine dei lavori sul ponte, sarebbe stato installato un semaforo all’incrocio tra la Sp.62 e la Triestina, al pari di quello già esistente sulla sponda sanstinese.
Ma sarebbero emersi dei problemi autorizzativi e dei rilievi di natura idraulica avanzati dal Genio Civile riguardo ai pali del semaforo da posizionare sull’argine. Nelle scorse settimane i problemi sembravano superati, con una soluzione che avrebbe previsto la realizzazione di un “gomito” sull’argine, dove installare i plinti del semaforo. Ma giugno è quasi finito e di cantieri non se ne vedono. La pazienza degli automobilisti è finita.
Come testimoniato dal «vergogna» vergato sui new jersey e catturato dall’obiettivo del fotografo locale Beppe Ave.
«In meno di nove mesi sono stati capaci di mettere a nuovo il ponte, evitando la chiusura totale della statale. Un elogio alla professionalità di chi ha lavorato. Ma ora sono trascorsi sette mesi dal fine lavori e il semaforo, che permetterebbe la riapertura della strada arginale, ancora non è installato», rileva Ave, «Ritengo non sia solo un problema di disagio, ma di malagestione di competenze, che fa percepire ai cittadini di un piccolo paese di essere l’ultima ruota del carro. E fa sì che aumenti la rabbia e il senso di sfiducia nelle varie istituzioni».
Per fare il punto sull’iter per l'installazione del semaforo, il prefetto Darco Pellos ha convocato una riunione giovedì pomeriggio.
«Viste le lungaggini e la difficoltà nel capire con chi relazionarsi per portare a fondo la questione», spiega il sindaco Maurizio Mazzarotto, «abbiamo chiesto alla prefettura di convocare una conferenza di servizi, con tutti gli attori coinvolti: Genio Civile, Anas, Città metropolitana e Comuni. Per capire cosa è stato fatto finora e cosa ancora va fatto. Dopo sette mesi la strada non può essere ancora chiusa».
Con il sindaco, ci sarà il nuovo assessore ai Lavori Pubblici, Nico Sangion, che aggiunge: «Andremo a Venezia e porteremo al prefetto questa problematica, che continua a protrarsi per troppo tempo senza le dovute spiegazioni e con continui rimpalli di responsabilità tra i vari enti». Al prefetto, per sollecitare un intervento, aveva scritto nei giorni scorsi il consigliere comunale Lorenzo Mazzarotto.
Ma la protesta è montata pure nel trevigiano, nella vicina Cessalto, i cui residenti che arrivano da Sant’Anastasio sono bloccati. Il sindaco di Cessalto, Emanuele Crosato, ha scritto al prefetto di Treviso ed è stato convocato anche lui al vertice a Venezia. Ma Crosato, spazientito, ha preso carta e penna e inviato una lettera per denunciare la situazione vissuta dai suoi cittadini al ministro dei Trasporti Salvini e a quello dell’Interno, Piantedosi, oltre a coinvolgere Zaia e il presidente di Anas.