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2024

Andreucci finalmente in serie C «Un’emozione tornare al Rocco»

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Andreucci finalmente in serie C 


«Un’emozione tornare al Rocco»

L’ex tecnico della Triestina ha vinto la D a Chioggia: «Il primo impatto con il torneo non sarà facile. Il club alabardato ha ambizioni e starà in alto con Padova e Vicenza»

TRIESTE. Chioggia mancava nel calcio professionistico dalla stagione 1976-1977, allora serie C. Era denominata Clodiasottomarina quell’anno, e c’era anche la Triestina di Vasco Tagliavini promossa l’anno prima. Ora quella suggestiva punta di terra, canali, calli a sud di Venezia, torna a respirare l’aria buona di calcio, grazie alla promozione conquistata dopo un campionato dominato nel girone C di serie D. A trascinare la Clodiense al sogno dopo 47 anni un uomo che di vittorie in serie D ne ha conquistate tante, ma prima ancora si è guadagnato tante vittorie fuori dal campo in tutte le piazze che lo hanno visto protagonista. Garbato, introspettivo, misurato in ogni intervento, Antonio Andreucci quella gioia di risalita donata ora a Chioggia l’aveva elargita nel 2017 a Trieste, anno 1 di gestione Biasin-Milanese. Quella C maturata poi di fatto con un ripescaggio grazie ai playoff vinti (la finale con la Virtus Verona ed il pareggio di Aquaro al 92’). Quella C mai più abbandonata in 7 anni nel bene e nel male e quella C che per la prima volta vedrà protagonista il tecnico lucchese ancora alla guida dei granata. Andreucci, avete dominato in D ed avete ridato la C a Chioggia. «Il culmine di un lavoro durato più di un anno, una bella cavalcata. Chioggia ha una sua storia calcistica e tornare a calcare i campi del professionismo dopo 47 anni è un’impresa sportiva. Ci siamo riusciti grazie al grande merito della società e dei ragazzi, si sono applicati tutto l’anno. Alcuni di loro erano con me anche dalle stagioni precedenti, un duro lavoro ed una bella programmazione societaria».

Promozioni spesso centrate dal tecnico, tra campionati o play-off vinti (Campodarsego, Como, Real Vicenza, Alto Vicentino oltre a Triestina), e l’anno prima una promozione sfiorata a Chioggia, all'atto finale. Quelle botte che possono fare male. Non per Andreucci.

«La sconfitta bisogna interpretarla sempre come costruzione, un risultato di una sola partita non può definire un percorso a 360 gradi. Noi abbiamo avuto la forza di farlo, quella finale è stato l’inizio della cavalcata per la Clodiense. In quel momento lì davvero sarebbe stata una impresa sportiva ancora più importante, società ed ambiente magari non erano del tutto pronti per la categoria sopra».

Ora siete pronti?

«Certamente le prime partite dovremo giocarle fuori da Chioggia, ma a livello di mentalità l’ambiente è più pronto ad affrontare un campionato di Lega Pro».

E sarà la prima in C per Andreucci.

«Alcuni giorni fa la Lega Nazionale Dilettanti mi ha riconosciuto un premio per il lavoro fatto in serie D, mi ha fatto enorme piacere, ma mi conoscete, per me quello che è sempre stato importante è vivere le situazioni delle città in cui ho lavorato, costruire o ricostruire come facemmo a Trieste, l’inizio di un percorso. Sono contentissimo che vivrò questa gioia da protagonista qui a Chioggia, una soddisfazione importante ma non cambierà il mio modo di costruire, ci affacceremo in C con grande umiltà ma anche coraggio».

Preferirebbe il girone A ricco di derby triveneti?

«Sfidare le trivenete, proporsi in certi stadi sarebbe una grande soddisfazione, ma se dovessimo stare nel girone B ci sono altrettante piazze attrattive per il blasone. Logico che ci piacerebbe essere nel girone A, anche per un discorso di lunghezza delle trasferte».

Oggi esiste quella Triestina salvata nel 2016 da Biasin e Milanese.

«Fu un nuovo inizio, senza Biasin e Milanese in quel momento per la Triestina sarebbe stato veramente difficile, invece ridiedero speranza. Non c’era più un giocatore, dovemmo costruire da zero, arrivammo secondi e poi vincemmo i play-off. La scomparsa di Biasin un grande dispiacere, una persona di grande generosità e di grande attaccamento alla sua città, lasciata con una valigia di cartone negli anni '50».

E la Triestina d’oggi?

«Si vedono grandi motivazioni ed ambizioni, già l’anno appena trascorso aveva una squadra ben attrezzata, credo saranno protagonisti della nuova stagione».

Informato su quello che aspetta la Clodiense, se fosse il girone A?

«È un girone che conosco abbastanza bene per la vicinanza di molte squadre. Ed è un girone difficile, penso a quanto fastidio possano dare anche squadre come Legnago o Virtus Verona. Padova, Triestina e Vicenza comunque sulla carta hanno logicamente l’ambizione in più, non so cosa farà la Feralpi Salò dopo la retrocessione e poi c’è sempre la sorpresa, come il Mantova. A nessuno deve essere preclusa la possibilità di sognare».

Se lo immagina il ritorno al Rocco?

«Trieste mi ha accolto con grande affetto, sono stato veramente bene, un bellissimo ricordo. Un piccolo dispiacere quando sono andato via ma è nell’ordine delle cose, fu una scelta legittima. Fu un anno intenso chiuso con quella partita che ancora molti ricordano. Sarà una emozione tornare al Rocco». —