Udine si astiene sui trasferimenti agli enti locali: «Siamo penalizzati rispetto a Trieste e Gorizia»
UDINE. Il Comune di Udine, rappresentato dal vicesindaco Alessandro Venanzi, ha partecipato, lunedì 17 giugno, alla seduta del Consiglio delle Autonomie locali, chiamato a esprimersi, fra i vari argomenti, sull’intesa riguardante i trasferimenti finanziari agli enti locali dello schema di disegno di legge di assestamento del bilancio per gli anni 2024-2026 e sullo stesso schema di disegno di legge di assestamento, al cui interno è prevista una modifica della legge Rilancimpresa sulla nomina dei presidenti dei consorzi.
Il Comune di Udine si è astenuto sui trasferimenti finanziari mentre ha votato contro al Ddl Assestamento che contiene la modifica della legge Rilancimpresa.
«In merito ai trasferimenti ai Comuni – segnala Venanzi – apprendiamo con favore di un maggiore trasferimento previsto per il nostro Comune per il 2024.
Leggiamo infatti di un milione e 200 mila euro di aumento all’interno del Fondo Unico Comunale, ma il nostro auspicio è che si possa arrivare a una risoluzione definitiva delle sperequazioni che penalizzano alcune città della regione a scapito delle altre, piccoli comuni compresi.
Basti pensare che Udine ha trasferimenti a titolo di Fondo Unico per i Comuni di circa il 20% inferiori rispetto a Trieste e Gorizia e paga dazio anche con Pordenone.
Udine e il Friuli chiedono che si possano bilanciare sia i trasferimenti che le compartecipazioni, onde evitare di fare figli e figliastri all’interno dello stesso territorio.
Per questo ci siamo astenuti».
Per quel che riguarda invece lo schema di assestamento e in particolare in merito alla modifica della legge Rilancimpresa, che prevede una regia regionale sulla nomina dei presidenti dei consorzi, il Comune di Udine ha votato contro.
«Siamo perplessi da un procedimento del tutto irrituale che vorrebbe la nomina di un presidente di un consorzio, espresso dai soci a voto segreto, a seguito di una previa consultazione del Presidente della Regione.
Questa modifica non è stata concertata con i territori e con i sindaci che sono espressione dei medesimi, chiamati a far valere gli interessi delle comunità all’interno dei consorzi. Auspichiamo una maggiore concertazione con i territori e la possibilità che queste novità possano essere ampiamente riviste in sede di commissione consiliare, per poi approdare modificate in consiglio regionale».