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Июнь
2024

Operaio sepolto da fanghi di scavo in Laguna: salvato da vigili del fuoco e Suem

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Massiccia operazione di soccorso, lunedì 17 giugno mattina, nelle acque della laguna di Venezia, tra punta San Giuliano e l’isola di San Secondo, quasi a ridosso del ponte della Libertà che collega il centro storico alla terraferma.

Nel canale, omonimo all’isoletta, si sono affrettati vigili del fuoco, sommozzatori, sanitari del 118, tecnici dello Spisal e agenti della polizia locale, tutti impegnati nel salvataggio di un operaio rimasto sepolto nei fanghi di scavo.

L’incidente si è infatti verificato in un tratto a margine del canale dove sono in corso delle operazioni archeologiche: una chiatta munita di gru escavatrice segna l’inizio di un isolotto di detriti e fango, al centro del quale gli operai specializzati - tutti formati per lavorare in immersione - stanno recuperando da settimane diversi reperti, soprattutto palle di cannone.

Lunedì mattina però qualcosa è andato storto: uno dei lavoratori della ditta, impegnato in un’estrazione in superficie, è scivolato nello scavo ed è finito quasi completamente sepolto dal fango, pesante e denso come cemento liquido.

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L’uomo, circa 55 anni, è sempre rimasto cosciente, ma lamentava forti dolori al costato ed estrarlo era pressoché impossibile. La ditta ha subito chiamato i soccorsi, che sono arrivati in forze da Venezia e da Mestre: tre barche dei vigili del fuoco, compresa quella del nucleo subacquei, l’idroambulanza e l’elicottero dei pompieri, più le barche di Spisal e polizia locale e i mezzi a terra, che fornivano supporto da San Giuliano.

Solo tra i sommozzatori del 115 si sono calati nel fango dieci operatori, che hanno agito di concerto con i sanitari del Suem. L’uomo è stato portato a terra e portato poi all’ospedale dell’Angelo, non in pericolo di vita.