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Июнь
2024

Nuova vita agli abiti per aiutare chi ha meno: «Nel nostro laboratorio non si butta via nulla»

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Nuova vita agli abiti per aiutare chi ha meno: «Nel nostro laboratorio non si butta via nulla»

A S. Alessandro si creano borse per sostenere la raccolta alimentare. Un’iniziativa analoga è stata attivata dall’unità pastorale di Giussago

PAVIA. L’arte della sartoria al servizio delle persone più svantaggiate: questo il senso dell’iniziativa lanciata dalle volontarie della parrocchia di Sant’Alessandro, dove è stato messo in piedi un laboratorio per cucire gonne e borse ricavate da stoffe e vestiti usati, da vendere per sostenere la distribuzione di pacchi alimentari.

Le hanno chiamate Alessandrine: «Sono create senza aggiungere materiali acquistati» racconta la volontaria Elena Lania.

Fuori dall’armadio

La parrocchia di Sant’Alessandro (zona Vallone) ha già da tempo attivato iniziative che coniugano solidarietà e riuso degli oggetti non più necessari. Tra questi l’Armadio delle sorelle, punto di raccolta del quartiere per gli abiti usati da donare a chi ha meno.

Ma non tutti gli abiti sono idonei a essere donati così come sono, magari perché usurati o fuori moda. Da qui l’idea: dare loro una nuova vita trasformandoli in gonne. «Tutto è partito dall’Armadio delle Sorelle – prosegue Lania – ideato da me e da altre volontarie che nel tempo si sono unite. Oltre agli indumenti riceviamo spesso scampoli di stoffe di vario tipo, ritagli di pizzi, lavori non terminati, così invece di buttarli abbiamo deciso di creare delle borse, senza aggiungere nulla di acquistato, non si butta via niente. Le abbiamo chiamate le Alessandrine».

Ma l’inventiva delle volontarie non si è fermata a questo: «Di recente – prosegue Lania – abbiamo ricevuto pantaloni da uomo in stoffa di ottima qualità ma con un taglio talmente classico che non riuscivamo a donare. Così abbiamo pensato di trasformarli in gonne invernali tagliandoli, ricucendoli e ingentilendoli con particolari più colorati. Ne ho parlato con una volontaria che adesso si trova in vacanza in Sicilia con la sorella: è partita con la valigia piena di pantaloni, tornerà con le gonnelle pronte per il prossimo inverno». Borse e gonne sono disponibili in vendita diretta presso la parrocchia di Sant’Alessandro, e tutti i proventi serviranno per acquistare i prodotti da inserire nei pacchi donati a persone e nuclei in difficoltà. Un modo alternativo e attento all’ambiente per sostenere le raccolte alimentari della chiesa e degli altri enti che, a Pavia città, del volontariato sociale ne hanno fatto una missione.

In questo periodo, infatti, le donazioni delle aziende e dei privati cittadini non bastano per sostenere il fabbisogno di alimenti da donare, con le raccolte alimentari organizzate di fronte ai supermercati che, negli ultimi mesi, hanno goduto di alterne fortune. Inoltre i prodotti alimentari forniti da Agea, ente nazionale che si occupa di distribuire le derrate per il terzo settore, non bastano per coprire la platea dei bisognosi che, secondo i dati forniti da Caritas, hanno subito un aumento negli ultimi mesi sotto il peso del caro vita e dell’inflazione che frena pure la generosità di quei cittadini che, pur volendo, fanno più fatica di prima a donare poiché la cinghii è stretta per tutti. Un’iniziativa analoga è stata avviata anche dalle volontarie dell’unità pastorale di Giussago, dov’è nato un laboratorio per creare delle borse (chiamate Francescane) e dei portapane in tessuto, mentre il mercoledì e il sabato organizzano un mercatino per vendere a pochi euro i vestiti raccolti, o donarli a chi ne ha più bisogno.

Le francescane di Giussago

«Tutti i proventi servono per acquistare i prodotti da distribuire alle famiglie» dice Luisella Marchioni. «Un’iniziativa resa possibile dalla collaborazione tra volontari e volontarie: ognuno mette a disposizione i suoi talenti a servizio del prossimo». —