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Июнь
2024

Rivarolo, i giudici: «Zabena poteva essere salvato»

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Mauro Giubellini

/ rivarolo canavese

Una tragica fatalità «causata da eventi eccezionali e imprevedibili» e un comportamento «irrazionale e gravemente colposo della vittima» che poteva comunque «essere salvata» se i soccorsi fossero stati adeguatamente coordinati.

Questa, in rozza sintesi, il succo delle motivazioni della sentenza di assoluzione per tutti gli imputati coinvolti in quella che per la cronaca è diventato il caso del “morto del sottopasso”.

Per la Corte d’Appello di Torino tutti gli imputati «hanno fatto il possibile, ognuno nei rispettivi ruoli, e l'evento atmosferico, di quelle proporzioni, non era prevedibile, tanto più che non c'era nemmeno l'allerta meteo dell'Arpa».

La sentenza di primo grado, emessa ad Ivrea, è stata completamente ribaltata. Il caso di Guido Zabena, operaio di Favria, morto annegato nella sua auto rimasta bloccata nel sottopasso per Feletto la sera del 2 luglio 2018 è così chiuso. Con l’accusa di omicidio colposo, erano finiti a processo Alberto Rostagno, allora sindaco di Rivarolo e gli assessori Francesco Diemoz e Lara Schialvino, il comandante della polizia locale Sergio Cavallo e il capo ufficio tecnico Enrico Colombo.

In primo grado furono condannati a dodici mesi di reclusione. La Corte d’Appello ha assolto Rostagno e Diemoz perché il fatto non costituisce reato; Schialvino, Cavallo e Colombo per non aver commesso il fatto.

In secondo grado i giudici hanno mandato in frantumi i tre motivi su cui si reggeva la condanna. In primo luogo la manutenzione del sottopasso «era stata correttamente eseguita» e non c'era motivo per il quale gli imputati dovessero accorgersi di eventuali deficit strutturali del tunnel.

«Appare incomprensibile e inspiegabile che ai cinque venga mosso questo rilievo - scrivono i giudici dell'Appello - quando la posizione di coloro che ne erano all'origine (progettisti, esecutori, collaudatori e direttore dei lavori), pur scrutinata nel corso delle indagini, è stata archiviata». Secondo punto: la mancanza di un piano di protezione civile. È stata definita «irrilevante» in merito a quello che è successo. In terzo luogo: l'assenza di altri mezzi (come una sbarra) per impedire l'accesso alle auto in caso di allagamento: sbarra e semaforo sono stati installati successivamente alla tragedia

Qui i giudici descrivono come «un eventuale ostacolo supplementare sulla strada avrebbe probabilmente evitato la tragedia».

In questo caso Rostagno e Diemoz ne avrebbero dovuto rispondere. Mancando, però, la certezza processuale della prevedibilità dell'evento, anche sindaco e vice sono stati assolti. Nessuno si sarebbe immaginato che il sottopasso si allagasse così velocemente. Non era mai accaduto. I giudici hanno comunque posto l’accento sull’imperizia e l’imprudenza dell’operaio che imboccò il sottopasso senza prevederne la pericolosità e hanno pure rimarcato (a pagina 28 delle motivazioni ) pesantemente «il ritardo nell'arrivo dei vigili del fuoco» dal momento che alla chiamata al 112 da parte di alcuni passanti, la centrale operativa inviò sul luogo dell'intervento non la squadra di Rivarolo, che era nei paraggi (benché impegnata in un altro intervento di minor importanza), ma quella di Ivrea, che impiegò molto più tempo a raggiungere il tunnel. Nessuna responsabilità diretta dei pompieri. Ma la squadra di Rivarolo sarebbe potuta intervenire in pochi minuti. E Zabena si sarebbe salvato.

«Sussiste quindi un ragionevole dubbio sulla prevedibilità dell'evento - scrivono in conclusione i giudici nelle motivazioni della sentenza - che è stato il frutto, oltreché di un evento atmosferico di dimensioni eccezionali per il quale era mancata ogni segnalazione di pericolo, di una condotta irrazionale e colposa della vittima e di un intervento di soccorso affidato a una squadra di professionisti che si trovava a qualche distanza dal luogo dell'allagamento».

I legali degli imputati si sono detti «soddisfatti» dell’esito del processo perché «la Corte d’Appello ha ricostruito la tragica vicenda con attenzione al contesto generale. Evento atmosferico eccezionale, imprevisto, avventatezza del povero Zabena nell’imboccare il sottopasso, assurda coordinazione dei soccorsi che se avessero, da subito, interessato i vigili operativi a Rivarolo, avrebbero salvato la vita a Zabena».

In calce l’avvocato Sergio Bersano, che ha difeso il comandante dei vigili, Cavallo rimarca come: «la Corte ne ha riscontrato il comportamento ineccepibile nell’intera vicenda e la generosità nel portare soccorso ovunque potesse in quella maledetta notte».