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Май
2024

Pistola mai maneggiata prima del colpo che ha ucciso Christian

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GROPELLO. Era la prima volta che maneggiava quell’arma, la Glock 22 calibro 40 che il fidanzato Christian Rovida, 22 anni, aveva in dotazione come agente della polizia locale. C. G., la giovane di 19 anni di Trivolzio ora indagata per omicidio colposo lo ha spiegato agli inquirenti, chiarendo anche che ogni volta che tornava dal lavoro il suo ragazzo riponeva l’arma nella cassetta di custodia: il pomeriggio della tragedia, però, Rovida, in forza al comando della polizia locale di Mortara, aveva il rientro qualche ora dopo e l’aveva quindi lasciata fuori, dovendo utilizzarla poco dopo. Nessuno dei due si è accorto che c’era un proiettile in canna.

Quando lui le ha mostrato l’arma, per farle vedere come si impugnava, è partito il colpo che ha ucciso il giovane. I due ragazzi erano al secondo piano dell’abitazione del giovane, in via Tazio Nuvolari a Gropello Cairoli.

L’altra pistola

Alla ragazza era invece capitato di maneggiare altre volte un’altra arma che il giovane deteneva in modo regolare in casa, una Beretta. Una pistola molto diversa dalla Glock. Forse proprio questa differenza potrebbe avere ingannato la giovane e avere avuto un ruolo nell’incidente. L’ultima parola, comunque, spetterà agli esami balistici sull’arma, che saranno eseguiti nei laboratori dei carabinieri del Ris.

La pistola è sotto sequestro, insieme al bossolo, ritrovato conficcato nel divano. Sotto sequestro anche i vestiti dei giovani. La ragazza di 19 anni è stata inoltre sottoposta allo Stub, esame scientifico che serve a stabilire se una persona abbia sparato. Sulla dinamica dello sparo non ci sono molti dubbi, ma resta il grande interrogativo sul perché fosse rimasto un proiettile in canna.

L’autopsia

Altri chiarimenti potranno arrivare dall’autopsia, che sarà eseguita tra lunedì e martedì mattina all’istituto di Medicina legale di Pavia. La giovane, sostenuta dalle avvocate Orietta Stella e Chiara Duberti Furini, potrebbe decidere di nominare un proprio consulente per seguire gli accertamenti. La procura, attraverso la magistrata Chiara Giuiusa, ha già scelto il proprio perito. La stessa pm aveva subito interrogato la ragazza in un ufficio del pronto soccorso del San Matteo, dove la giovane era stata trasportata in stato di choc.