Chico Forti, dal Pd al Fatto quotidiano: le giravolte dei rosiconi per il successo di Meloni
L’ennesima occasione in cui mostrare il proprio volto livoroso. Questo è stato il rientro in Italia di Chico Forti, per la sinistra nostrana – gialla o rossa, politica e d’opinione che sia. A dimostrarlo ci sono le giravolte di queste ore: prima, quando al governo c’erano altri, era una doverosa battaglia di giustizia, che veniva salutata con toni di trionfo a ogni annuncio di possibile sblocco, anche se poi quello sblocco non arrivava mai; oggi che al governo c’è Giorgia Meloni, che con la sua azione diplomatica è riuscita a imprimere l’attesa svolta alla sorte di Chico Forti, gli entusiasmi si gelano improvvisamente e, in alcuni casi, si fanno addirittura atto d’accusa.
Emblematico in questo senso è il titolo che il Fatto Quotidiano ha deciso di dedicare ieri alla notizia: un “Bentornato, assassino”, che si commenta da sé e che suona tanto più “come un pugno”, per usare le parole dell’editoriale di oggi di Vittorio Feltri, quanto più appare dettato da ragioni puramente politiche, legate alla volontà di negare l’indubbio successo che l’estradizione ha rappresentato per la nostra diplomazia e per la premier che è si spesa personalmente sul caso. Per capirlo basta andarsi a rileggere quello che il Fatto scriveva quando a guidare quell’azione era Luigi Di Maio, che in qualità di ministro degli Esteri del Conte II annunciò un rientro che in realtà non riuscì a realizzare.
Era il dicembre 2020 e allora sul giornale diretto da Marco Travaglio Chico Forti veniva a più riprese indicato come un imprenditore che si è “sempre dichiarato innocente”. Soprattutto non c’era nulla da obiettare sull’enfasi con cui Di Maio annunciava “la bellissima notizia” di un rientro rimasto solo annunciato. Sul blog del Fatto poi ci fu chi, come Michele Giordano, sposò toni innocentisti, paragonando la vicenda di Forti a quella del protagonista di Fuga di Mezzanotte, con “la differenza che Hayes era colpevole (anche se gli diedero un esagerato ergastolo) e invece Forti, pure lui condannato al carcere a vita, si è sempre dichiarato innocente”. “E, se non è stato Forti, dev’esserci ancora in giro un assassino che ammazzò Pike con una calibro 22”, si legge ancora in quell’articolo, che proseguiva sottolineando che “a rigor di legge, Forti, non appena tornerà in Italia, potrebbe essere re-incarcerato, ma si tratta di un’ipotesi assai improbabile”. Lo stesso Travaglio intervenne sul caso in un editoriale in cui salutava l’annuncio di Di Maio come un “atteso risveglio della politica”. Oggi invece sul quotidiano la parola viene data al deputato M5S Cafiero de Raho, secondo il quale “Meloni svilisce lo Stato”.
Spostandosi sul fronte Pd oggi sul Corriere della Sera Walter Verini sentenzia che “Meloni doveva agire in silenzio” e sottolinea che “Chico Forti è condannato in via definitiva per un omicidio dalla giustizia di un Paese democratico”, ai tempi dell’annuncio di Di Maio, però, il gruppo Pd alla Camera sui propri social scriveva: “Chico Forti rientrerà in Italia. Una gran bella notizia, un gran bel regalo di Natale. Il frutto di un gran lavoro di diplomazia. Da 20 anni Chico è detenuto negli Usa tra tantissimi dubbi e ora beneficerà della Convenzione di Strasburgo riabbracciando finalmente i suoi cari. Ti aspettiamo Chico!”. Anche la giornalista Tiziana Ferrario si annovera fra quelli che quattro anni fa sottolineavano i “tanti aspetti da chiarire” della condanna di Forti e oggi ritengono che Meloni “dovrebbe spiegare l’entusiasmo” per il rientro di Forti: “Non crede nella giustizia Usa?”.
Poi c’è il fronte di quelli che “eh, ma per questo risultato si lavora da anni”. Tradotto: mica è davvero un successo di Meloni. Qui si colloca Angelo Bonelli di Avs, che ha voluto sottolineare che “l’autorizzazione al trasferimento si attendeva da tre anni, dopo l’intervento del governo Draghi conclusosi con quello Meloni”. “Qualsiasi cosa sia stata iniziata dai governi precedenti, purtroppo, è sempre stata solo un inizio e non ha mai avuto una fine. La verità è che la presidente Meloni si è spesa in maniera impeccabile a livello diplomatico”, ha però spiegato l’avvocato di Chico Forti, Joe Tacopina, in un’intervista al Tempo.
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