Martedì taxi fermi in tutta Italia dalle 8 alle 22. Sciopero contro nuove licenze e la “schiavitù dagli algoritmi”
I sindacati dei tassisti hanno confermano lo sciopero nazionale di domani, martedì 21 maggio, con uno stop al servizio dalle ore 8 alle 22. A Roma si terrà una manifestazione autorizzata in piazza San Silvestro, dalle 11 alle 17. “È fondamentale la partecipazione di tutta la categoria a difesa del proprio lavoro, per contrastare l’uso illegittimo delle autorizzazioni da noleggio e salvaguardare la propria autonomia e indipendenza dalla schiavitù degli algoritmi e delle multinazionali“, spiegano Fast-Confsal taxi, Satam, Tam, Usb-taxi, Unica-Filt Cgil, Claai, Uritaxi, Uti, Unimpresa, Orsa-taxi, Ugl-taxi, Federtaxi-Cisal, Sitan Atn, Unione Artigiani. Tra le rivendicazione, inoltre, la solita contrarietà all’aumento delle licenze.
“La nostra protesta non è e non deve sembrare una difesa corporativa, domani scenderemo in piazza anche a tutela dell’utenza. Oggi gli utenti possono contare infatti su tariffe certificate, domani, senza i decreti attuativi adeguati e senza regole non è detto: se cresce la domanda di servizi taxi e ncc gli algoritmi delle multinazionali vanno alle stelle; in situazioni di emergenza o per calamità naturali i prezzi sono lievitati del 400%. A febbraio i ministri Urso e Salvini ci avevano convocato per definire i decreti attuativi adeguati con l’impegno a approvarli entro aprile. Tuttavia alcuni incontri al Mise, dove è stato ricevuto il vice presidente di Uber Tony West, e alcune dichiarazioni ai question time ci hanno dato l’impressione che tutto sia fermo, mentre a causa delle multinazionali che operano nelle grandi città la deregolamentazione è sotto gli occhi di tutti”, dice il responsabile nazionale di Ugl taxi, Alessandro Genovese.
“L’atteggiamento complessivo della maggioranza in questo ultimo periodo ha fatto scattare il nostro allarme. Le interferenze che Uber ha imposto alla politica non sono una novità, e quindi quello che è a tutti gli effetti uno stop al confronto e un rimpallo tra diversi ministeri ci impone di andare direttamene a un confronto con la presidente del Consiglio Meloni”, afferma il coordinatore di Usb taxi, Riccardo Cacchione.
“Le norme sui taxi sono state ben recepite da quasi tutti i comuni italiani a cui erano rivolte: hanno indetto concorsi straordinari, hanno rilasciato seconde guide, hanno rilasciato licenze temporanee o hanno programmato di farlo”, ha detto due giorni fa il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Prima di noi ci avevano provato altri tre governi a fare una riforma del settore taxi senza riuscirci: i governi Monti, Renzi e Draghi, noi l’abbiamo annunciata, presentata e realizzata e si è dispiegata in maniera efficace
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