Scuole aperte anche d’estate, nove istituti pavesi dicono sì
PAVIA. Il piano è di quelli che le scuole forse non si aspettavano. Firmato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il Piano estate risponde all’esigenza di «una scuola che sia sempre più un luogo aperto, parte integrante della comunità». In sostanza si tratta di tenere i plessi aperti anche d’estate, fornendo iniziative che coinvolgano gli studenti. Interpellate tutte le scuole, quelle pavesi hanno aderito in nove, tra cui, in città l’istituto tecnico Cardano e il comprensivo di via Scopoli. Del resto dei 53 istituti presenti in provincia, 12 si sono detti contrari, mentre i rimanenti non si sono ancora pronunciati. Tuttavia, vista la vicinanza con la scadenza (il 24 maggio) è come se avessero archiviato la proposta.
Risorse e progetti
I progetti del Piano scuole estate potranno essere presentati appunto fino alle 18 del 24 maggio prossimo. Secondo il ministro l’obiettivo «è offrire agli studenti un’ampia gamma di attività: da quelle ludiche, sportive e ricreative, ai corsi di recupero e al potenziamento delle competenze, su base volontaria. Inoltre, si prevede il coinvolgimento, sempre su base volontaria e retribuita, del personale docente e Ata.
Ecco chi ha aderito e chi no
Tra le scuole pavesi, l’adesione all’iniziativa è arrivata da Iti Cardano di Pavia, Ic via Scopoli di Pavia, Ic via Dante di Voghera, liceo Omodeo di Mortara, Ic Sandro Pertini di Voghera, Ic di Stradella, Ic via Botto di Vigevano, Ic via Valletta Fogliano di Vigevano e Ic di Casteggio.
Hanno invece detto no questi istituti: Ipsia Calvi di Voghera, Ic via Angelini di Pavia, Ic di Bereguardo, Istituto Bordoni di Pavia, Ic di Broni, Ic di Santa Maria della Versa, Ic di Mortara, Ic di Chignolo, liceo Cairoli di Pavia, Istituto Gallini di Mortara, Ic di Rivanazzano e Ic di Cassolnovo. Gli altri, a cinque giorni dalla scadenza, non hanno ancora espresso un parere.
Le risorse assegnate
Con i fondi assegnati (il piano è cofinanziato dall’Unione europea), le scuole selezionate potranno realizzare, a partire dalla data di autorizzazione e fino al termine dell’anno scolastico 2024-2025, usufruendo, in particolare, dei periodi di sospensione della didattica curricolare e di quello estivo, iniziative per gli studenti che puntino su attività sportive, musicali, teatrali, ricreative e, più in generale, su iniziative che favoriscano l’aggregazione, l’inclusione, la socialità, l’accoglienza e la vita di gruppo. Il massimale di spesa per ciascuna istituzione scolastica è determinato in base al numero di studenti: sino a 200 alunni 16.200 euro; da 201 e sino a 800 alunni 52.000 euro; più di 800 studenti 80.000 euro.
I punti critici
Ma alcuni problemi ci sono. Li illustra Elena Maga, rappresentante della Cisl scuola Pavia–Lodi. «Pur essendo una reale esigenza delle famiglie, trovare soluzioni per i propri figli, in particolare i più piccoli, per i mesi estivi – sottolinea –, la riflessione da fare è se debba essere sempre la scuola a farsi carico dei problemi sociali, soprattutto sostituendosi di fatto ai grest o ad altre proposte che già esistono, anche perché i docenti sono invitati a svolgere attività che non rientrano nel loro profilo e nelle loro specifiche competenze». «Alcuni punti interrogativi rimangono – conclude Maga –. In primis, la disponibilità del personale docente e ATA, in gran parte precario con contratti in scadenza a fine giugno, rappresenta un’incognita significativa». MaValditara rassicura: «Ci sarà la possibilità di fare convenzioni con il terzo settore, il volontariato e di coinvolgere gli studenti universitari».