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Май
2024

Sequestrò in casa la compagna puntandole la pistola: condannato a otto mesi

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Minacciò di uccidere la compagna con la pistola che teneva in casa e la costrinse a rimanere con lui per un’intera notte, avvertendola che se si fosse soltanto avvicinata alla porta, le avrebbe sparato. Un fatto che il 22 febbraio, costrinse le forze dell’ordine a far intervenire in via Gorizia a Preganziol gli uomini del Battaglione antisommossa dei carabinieri di Mestre, che circondarono la palazzina dove viveva la coppia. Una situazione surreale con i vicini di casa blindati in casa e con l’ordine di non affacciarsi alle finestre.

Alla fine l’uomo, un operaio 55enne di origini mestrine, grazie ad uno stratagemma, fu arrestato per maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona. Ora, a distanza di neanche tre mesi dal fatto, l’uomo (difeso dall’avvocato Luigi Fadalti) è già stato processato in rito abbreviato e condannato a 8 mesi per minacce e sequestro di persona.

L’iniziale accusa di maltrattamenti è stata derubricata dal giudice Cristian Vettoruzzo a minacce gravi. Il pubblico ministero Mara Giovanna De Donà aveva invece chiesto una condanna a un anno e dieci mesi. Attualmente l’operaio ha la sola misura del divieto di avvicinamento all’ex compagna.

Voleva lasciarlo

Ad innescare l’ultima reazione, la più violenta, nella notte tra il 21 e il 22 febbraio scorso, fu il fatto che la donna voleva lasciarlo. Gliel’aveva detto a chiare lettere e il 55enne iniziò a dare in escandescenze, sequestrandola in casa.

La donna riuscì a lanciare l’allarme, chiamando la figlia. «Aiuto, questa volta mi uccide», furono le sue parole. Poco prima infatti il compagno l’aveva minacciata mostrandole la pistola: «Se ti avvicini alla porta, ti uccido», le aveva detto.

Da quel momento iniziarono nove ore da incubo. La figlia ventottenne chiamò i carabinieri, specificando che l’uomo deteneva in casa alcune armi. Immediato il dispiegamento di forze. Sul posto arrivarono i militari del 4° Battaglione carabinieri Veneto con il negoziatore che iniziò una corrispondenza via sms con la donna. Nel corso della notte il militare specializzato nella gestione di situazioni critiche, cercò di tranquillizzarla, tenendo sotto controllo la situazione all’interno dell’abitazione.

Quartiere isolato nella notte dell’aggressione

Nel frattempo a tutti i residenti fu ordinato di non uscire di casa e di non avvicinarsi alle finestre. La negoziazione durò per tutta la notte. Attorno alle 7 del mattino la svolta: alla donna era stato suggerito di chiedere al compagno di poter uscire pochi minuti solo per portare fuori il cane, individuando un elemento di routine che non lo insospettisse. Il 55enne le diede il consenso, trattenendo però il cellulare.

A quel punto i reparti speciali intervennero, mettendo in salvo la donna e affidandola al personale medico. Negli stessi istanti i militari delle Sos (Squadre Operative di Supporto del 4° Battaglione Carabinieri “Veneto”) fecero irruzione nell’appartamento, neutralizzando immediatamente l’operaio che fu arrestato. Tutte le armi detenute, ben sette, legalmente grazie ad un licenza per uso sportivo e per la caccia, gli furono sequestrate.