Marella e l’ultimo chiosco di giornali a Monfalcone: «Questo posto l’ha creato il nonno: io tengo duro e proseguo l’attività»
MONFALCONE. Marella Saladini gestisce l’ultimo chiosco di giornali di Monfalcone e, di fatto, dell’intero mandamento. «Io tengo duro», afferma con un sorriso, salda nell’edicola fatta costruire dal nonno Pompilio negli anni Sessanta, rivolgendosi a un “cantierino” capace di realizzarlo in metallo. «Il nonno lavorava pure lui in cantiere, ma dopo la seconda guerra con la nonna Rosa decise di aprire una rivendita di giornali dove ora c’è il parcheggio del supermercato DPiù», racconta Marella, terza generazione della sua famiglia a condurre l’attività avviata nel 1949.
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Il chiosco era in legno, esagonale, e quindi fu poi spostato agevolmente nella sede attuale. «Era ancorato con delle specie di rampini e una volta che ci fu una specie di tromba d’aria il chiosco si sollevò da terra, con mio papà Ugo dentro», spiega Marella Saladini. «Così fu fatta quest’edicola, che non la sposti nemmeno con le bombe», aggiunge, circondata dai quotidiani che i clienti di una vita passano a prendere salutandola per nome e venendo chiamati a loro volta per nome, da settimanali e mensili, qualche guida, romanzi. «Sì, sono rimasta l’ultima “su strada” e spero di riuscire a restare», dice l’edicolante, che ha iniziato a lavorare a 14 anni nel chiosco assieme al padre e alla nonna. «Mio padre andava a consegnare i giornali ai bar e anche nelle case e io restavo nell’edicola con la nonna», ricorda, raccontando di essersi informata con il Comune per il riconoscimento di attività storica. «Non ne ho saputo nulla, però», aggiunge con un pizzico di dispiacere nella voce, parlando di un presente sempre più complesso per la carta stampata. «I più giovani non la leggono e i vecchietti sono sempre più vecchietti – dice Marella, raccontando la propria esperienza –. Per contro tutti ci conoscono, ho una clientela fidelizzata, che ho visto, letteralmente, crescere. Le realtà come la mia stanno soffrendo anche nelle grandi città».
Dopo Marella, comunque, non ci sarà più nessuno della famiglia Saladini a portare avanti l’attività. «Non ho figli, ma spero che i giornali si possano ancora vendere in viale», conclude.
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