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Май
2024

Un orso fa razzia di arnie a Fornesighe. Scorpacciata da 80 chili in una notte

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Otto arnie distrutte e circa 500 mila api morte per una scorpacciata da 80 chilogrammi in una sola notte. C’è almeno un orso in transito nel bellunese e dopo una prima rilevazione avvenuta tra l’8 e il 9 maggio grazie ad una fototrappola installata a Casera Razzo, nella notte tra mercoledì e giovedì l’animale è tornato a colpire in Val di Zoldo. Non è la prima volta, infatti, che un orso trova un ambiente favorevole al recupero primaverile delle energie nello zoldano. E ad essere colpito è lo stesso apicoltore.

«È già successo 11 anni fa», racconta Renato Panciera che abita a Pralongo ma ha diverse arnie in più punti della valle. «Quella volta l’orso arrivò in agosto e si fermò in zona fino a fine estate, colpendo le mie arnie in 4-5 posti diversi».

Stavolta, invece, l’orso si è scatenato a Fornesighe, vicino alla strada, distruggendo tutte le otto arnie curate da Panciera in quella frazione.

«L’ho saputo la mattina, perché mi ha chiamato un addetto di Veneto Strade che ogni giorno passa di là per andare a fare servizio al passo Cibiana», racconta Panciera. «Mentre transitava con l’auto davanti al prato, ha visto le arnie a terra aperte e rotte e mi ha telefonato subito. Sono andato a verificare, sperando che qualcosa si fosse salvato, ma purtroppo non restava più nulla. Le api sono morte tutte: un po’ sono state mangiate dall’orso, le altre non hanno resistito al clima dell’altro giorno, perché pioveva troppo e non è mai uscito il sole nemmeno per un momento».

L’orso infatti non si limita a mangiare il miele, ma anche favi, fogli di cera e le stesse api: «Dal miele prendono le energie, dalle api le proteine», spiega ancora Panciera che deve registrare danni ingenti. «Erano arnie grandi e contenevano circa 60-70 mila api ciascuna. C’è la perdita immediata e quella per il mancato guadagno che sarebbe derivato dal miele. Dipende da come va la stagione, ma si tratta di un danno da almeno 500 euro ad arnia. Quindi 4 mila euro come minimo».

Sul posto in sopralluogo sono arrivati gli agenti della Polizia Provinciale per tutti gli accertamenti del caso e sono loro ad aver dato la sentenza definitiva: il colpevole è senza dubbio un orso. Sono state rilevate impronte e graffi sui telai dell’apiario, riconducibili proprio a un orso. Non è stato rinvenuto invece materiale biologico. Gli agenti hanno posizionato alcune fototrappole sia nell’area dell’incursione sia nella zona intorno, per monitorare eventuali altri spostamenti.

Si tratta comunque di un animale di passaggio: solitamente – dicono gli esperti della Polizia Provinciale – sono maschi in dispersione che vanno alla ricerca di nuovi territori; potrebbe trattarsi di un plantigrado della popolazione trentina o slovena. Alla luce della recente incursione in Val di Zoldo, la Polizia Provinciale raccomanda agli apicoltori di controllare quotidianamente gli apiari, specialmente quelli collocati in aree distanti dalle abitazioni in queste giornate di fioriture.

Ma niente allarmismi, come sottolinea il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin: «Mi sono informato, anche con il nostro carabiniere forestale, per capire se c’è motivo di preoccupazione e quante probabilità ci sono di incontrare l’orso. Gli esperti ci assicurano che si tratta di un’eventualità assai improbabile, perché gli animali sono molto sensibili ai rumori e agli odori e se percepiscono la presenza dell’uomo si allontanano di sicuro. Vorrei quindi rassicurare i residenti e i turisti: non c’è pericolo, non siamo preoccupati e non ce n’è motivo perché sappiamo che la nostra valle è solo una zona di transito, come già successo in passato».