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Май
2024

Maltempo, mezza provincia di Venezia finisce sott’acqua. Danni e paura, scuole chiuse a Mira

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Due notti di tuoni, lampi, di cascate d’acqua che riempivano i cieli e poi i fossi, i canali, i fiumi della provincia, straripando sulle carreggiate, riempiendo le rimesse interrate e le taverne, invadendo le case e le scuole.

Il maltempo che ha travolto il Veneziano – come d’altronde il resto del Veneto – non si è limitato ai disagi di mercoledì notte, della mattina seguente: alle 17 di giovedì i vigili del fuoco avevano appena finito di allestire il centro di coordinamento interforze nel comando di Mestre, assieme alla Protezione civile: “Ora è nel Portogruarese, per le otto di sera ritorna anche qui”, si ripetevano mentre accendevano i riflettori sul Tagliamento, sul Piave, le voci velate di tensione. Non hanno sbagliato di un minuto: alle 20 le cataratte si sono spalancate di nuovo anche nel cuore del territorio, seguendo il percorso dei corsi d’acqua che dal Portogruarese arrivano in laguna. E che, anche oggi, restano osservati speciali.

Chioggia

È stata una notte di apprensione per le sedici famiglie che abitano a punta Gorzone, in località Ca’ Pasqua, per l’attesa piena del Bacchiglione: la Protezione civile ha aiutato i residenti a sistemare i sacchi di sabbia per arginare il fiume e evitare di dover evacuare le abitazioni. Il nubifragio che si è abbattuto abbondantemente su tutta Chioggia tra le 19 e le 20 ha accelerato il rialzo del fiume provocando i primi allagamenti ai giardini.

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«A ogni piena viviamo nell’incubo di dover lasciare le case e di subire danni pesanti», spiega Cinzio Perazzolo, uno dei residenti, «Chiediamo da anni ormai la messa in sicurezza idraulica della nostra zona, in maniera definitiva». Nel pomeriggio, seguendo le indicazioni dei bollettini Arpav sull’allerta idrogeologica, il sindaco Mauro Armelao aveva attivato il centro operativo comunale per monitorare tutti i punti più critici del territorio, a partire da Punta Gorzone

Jesolo

Anche Jesolo è finita sotto acqua per due notti: via Lega e Goldoni nel paese, al lido si è allagata piazza Trieste e via Aquileia, con disagi anche in zona piazza Marconi dove si sono allagati negozi e abitazioni, così come la cripta della chiesa in piazza Trieste.

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Il parroco, don Lucio Cilia, è accorso assieme a parrocchiani, residenti e protezione civile per tamponare la situazione: «L'ultima volta era accaduto sei anni fa, speriamo di poter mettere la cripta in sicurezza con dei sacchetti di sabbia e di salvare microfono e materiale elettronico». Allagamenti anche alla mostra “Murders”, sui serial killer, in zona piazza Marconi. La pioggia caduta si è unita alla mancanza di corrente per diverse ore che non ha permesso di azionare le pompe negli edifici. Risultato, decine di garage allagati assieme a strade e piazze.

Portogruarese

Nel Portogruarese l’emergenza ha riguardato i Comuni di Gruaro, dove sono allagate le strade attorno al municipio e sulla via di collegamento per la frazione di Giai; e a Cinto Caomaggiore, dove è finita sotto acqua la centrale via Roma. Allagate alcune strade anche a Summaga, nel Comune di Portogruaro, e poi a Teglio Veneto, Fossalta di Portogruaro, Annone Veneto, Pramaggiore.

Il presidente della Conferenza dei sindaci, Gianluca Falcomer, che è anche sindaco di Cinto, ha reso noto che c’è stata una riunione col Prefetto Darco Pellos: «Massima attenzione a corsi d'acqua, fiumi e sottopassi. È un imperativo: evitate di mettervi in viaggio».

Mira e Mirano

Mira e Mirano si sono ritrovate a fare i conti con l’argine crollato del Taglio, che ha imposto un senso unico alternato sulla strada che lo costeggia, e in serata chiusa del tutto; gli autobus sono stati deviati per Borbiago o per Scaltenigo, una variazione che ha riguardato le linee Omnibus3, 56E e 59d. Venerdì saranno chiuse per ordinanza comunale la scuola dell'infanzia Rodari di Oriago, che resterà inagibile fino a lunedì, e la Peter Pan di Mira Porte, così come la palestra della Leopardi e il piano terra della Foscolo.

Spinea ha visto il blocco di via Capitanio: fossi tracimati, i campi diventati tutti identici a risaie. «Abbiamo il muretto alto», commentava qualche residente, «Se no ci sarebbe entrato tutto in casa».