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Май
2024

Delitto di Bicinicco, l’autopsia esclude l’ipotesi dell’overdose: Iurigh è morto per le coltellate inferte da Sara Comello

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Delitto di Bicinicco, l’autopsia esclude l’ipotesi dell’overdose: Iurigh è morto per le coltellate inferte da Sara Comello

L’esame è durato quattro ore: diversi i colpi potenzialmente fatali individuati sul corpo del 43enne

BICINICCO. Stefano Iurigh non è morto per un’overdose da stupefacente, né per un malore. Il decesso è direttamente collegato ai fendenti, parecchi, che sabato sera gli ha inferto Silvia Comello, 42 anni, da domenica 5 maggio detenuta nella sezione femminile del carcere triestino del Coroneo proprio per l’efferato omicidio commesso nell’abitazione del quarantatreenne a Bicinicco.

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Al primo bivio dell’attività investigativa, dunque, c’è già un’indicazione chiara sulla strada da prendere. E a fornirla è l’autopsia sul corpo di Iurigh, che ha occupato per oltre quattro ore – giovedì 9 maggio – all’ospedale di Palmanova il medico legale Lorenzo Desinan, che ha eseguito l’esame necroscopico al fianco della collega Francesca Sinopoli, nominata come perito di parte dal difensore di Comello, l’avvocato Irene Lenarduzzi.

L’autopsia ha confermato le indicazioni emerse già dopo la prima ricognizione esterna del cadavere, che Desinan aveva effettuato direttamente sulla scena del crimine nella serata di sabato 4 maggio.

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Quel che è chiaro è che sono stati inequivocabilmente i fendenti, concentrati soprattutto nella parte superiore del corpo, a causare il decesso di Iurigh: i colpi potenzialmente letali individuati sul corpo dell’uomo sono più d’uno.

Un quadro che cozza in maniera lampante con la ricostruzione offerta dalla quarantaduenne reanese, che al suo legale avrebbe raccontato di aver colpito il malcapitato conoscente solo dopo che questi era già esanime, privo di vita, ucciso – sempre secondo la sua versione dei fatti – da un’overdose di droga.

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I riscontri sull’eventuale assunzione di stupefacente da parte della vittima arriveranno dai risultati dei test tossicologici compiuti ieri nell’ambito dell’approfondimento necroscopico: serviranno tra i venti e i trenta giorni per avere il responso che contribuirà a fornire un ulteriore tassello utile alla ricostruzione della serata e dei fatti che hanno portato all’omicidio di Iurigh.

«La ricostruzione puntuale dei fatti potrà essere completa solo dopo i risultati dei test tossicologici», indica l’avvocato Lenarduzzi, non sbilanciandosi sull’esito dell’autopsia.

Per il nullaosta ai funerali servirà ancora qualche giorno: il pubblico ministero titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Andrea Gondolo, dovrà anzitutto acquisire la relazione del medico legale. E dopo averla analizzata è probabile che intenda sentire ancora una volta Comello, che nelle prime dichiarazioni dopo l’omicidio aveva spiegato di aver agito contro il conoscente perché «mi ha venduto della sostanza che non valeva niente. E io gliel’ho pagata 140 euro».

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Una versione che poi ha cambiato con il passare dei giorni, evocando un ordine superiore, quello di un supposto «demonio».

Sabato sera era stata lei ad allertare i carabinieri, dopo essere uscita dall’abitazione di Iurigh: «L’ho ucciso io. È stato Satana a ordinarmelo», ha ripetuto due volte, con lo sguardo perso nel vuoto, prima di chiudersi nel silenzio.

Ha poi spiegato di aver agito per «liberare il mondo e l’umanità dal male e rimettere in circolo l’amore». La donna aveva riferito ai militari dell’Arma di aver conosciuto il quarantatreenne (originario di Bolzano, frazione di San Giovanni al Natisone) poche ore prima, al Sert, dove era seguita da diverso tempo.