Le transfemministe impediscono a Roccella di parlare alla Sapienza. Meloni: “Ignobile spettacolo”
Alla Sapienza di Roma i soliti noti spiriti democratici hanno contestato il ministro Eugenia Roccella agli Stati generali della Natalità in corso nell’ateneo romano. Il solito triste spettacolo. “Vergogna, vergogna!”, hanno urlato le transfemministe dalla platea appena la ministra ha preso la parola, uno sparuto gruppo di esaltate molto rumorose. Una di loro è poi stata invitata a salire sul palco: “Sui nostri corpi, decidiamo noi”, ha detto leggendo un comunicato. “Ragazzi, ma noi siamo d’accordo: nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno. È per questo che siamo qui, perché oggi le donne non decidono sul proprio corpo, non decidono fino in fondo liberamente se vogliono avere figli”, ha risposto la ministra della Famiglia e della Natalità. Roccella sempre aperta al dialogo anche contro i più facinorosi, è stata poi costretta ad andarsene e lasciare il convegno per l’azione di disturbo delle contestatrici.
Roccella costretta a lasciare il convegno. Meloni: “Ignobile. E’ ora di dire basta”
Quanto accaduto ha colpito la premier Meloni: “Piena e incondizionata solidarietà a Eugenia Roccella. Lo spettacolo andato in scena questa mattina agli Stati Generali della Natalità è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro della Repubblica di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà; rispetto e autodeterminazione delle donne. Ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà al Ministro Roccella e di condannare, senza se e senza ma, i fatti di oggi. È ora di dire basta”.
Il post ironico della Roccella: “Certa che Pd e intellettuali solidarizzeranno con me…”
Ma dalla sinistra per ora non arrivano parole di condanna. La ministra è sconcertata, ma ha la capacità di ironizzare. “Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti. Dopo l’atto di censura che questa mattina mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità; per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro”. Roccella affida il suo rammarico a un post sui social. “Sono certa che i podisti della libertà e della democrazia non si faranno sfuggire questa occasione per dimostrare che l’evocazione del fascismo che non c’è, alla quale abbiamo assistito in queste settimane, non era solo una sceneggiata politica pronta a svanire di fronte alle censure vere”, conclude Roccella.
La Russa: “Facinorosi si arrogano il diritto di stabilire chi può parlare e chi no”
Il presidente del Senato La Russa, il ministro Lollobrigida, il viceministro Bignami, Menia, Ronzulli e Paita, l’ex ministro Gelmini hanno subito stigmatizzato il clima di intimidazione. Che ha impedito ancora una volta al ministro Roccella di potersi esprimere. “Il diritto di esprimere la propria opinione – dice La Russa – è uno dei pilastri della nostra Repubblica-. E non potrà mai essere messo in dubbio da un gruppo di facinorosi che si arrogano la facoltà di stabilire chi può parlare e chi no”. Il presidente dei senatori di FdI, Lucio Malan, punta il dito contro “le solite minoranze ideologizzate e prevaricatrici”.
FdI: “Da sinistra si prendano le distanze”
“Un episodio simile era già accaduto un anno fa in occasione del Salone del Libro di Torino. Quanto successo oggi conferma l’esistenza di un clima di censura e di persecuzione ideologica. Che però non è come la sinistra e i media orientati vorrebbero far credere orchestrato dalla destra per un nascente fascismo; ma piuttosto da veri e propri gendarmi del pensiero unico; che dalla natalità all’ecologia, dalla sessualità all’immigrazione, dalla storia alla scienza, lavorano per imporre opinioni come dogmi assoluti”. “Mi auguro – conclude- che da sinistra si prendano le doverose distanze da quanto accaduto, esprimendo solidarietà e vicinanza al ministro Roccella la cui libertà di espressione e pensiero oggi è stata violentemente coartata”, conclude il capogruppo di Fdi.
Unirai: “Clima di intolleranza che preoccupa”
Anche il sindacato pluralista Unirai ha espresso la sua solidarietà alla ministra. Ne sa qualcosa il sindacato di cui è segretario Palese, di intimidazioni, dopo le minacce alle colleghe Rai che non hanno aderito allo sciopero ideologizzato. “È in atto un fenomeno grave di intolleranza e odio sociale che attenta allo Stato di diritto garantito dalla nostra Costituzione che consente a tutti di manifestare liberamente il proprio pensiero. La censura nei confronti della ministra Roccella è la rappresentazione di una tensione sociale che preoccupa per le conseguenze che ne potrebbero derivare anche per la tenuta democratica. Solidarietà alla ministra che parla di “vera censura” che non le ha consentito neanche di dialogare con chi la contestava”.
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