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Май
2024

Sale ibride, quasi mille interventi in 12 mesi: «Importante salto di qualità tecnologico»

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Le sale operatorie ibride dell’Azienda Ospedale-Università di Padova “celebrano” il primo anno di attività: quasi mille gli interventi eseguiti con un trend che entro fine anno promette un incremento almeno del 30 per cento. Il bilancio è stato presentato dal direttore generale Giuseppe Dal Ben insieme al direttore del Dipartimento chirurgico, professor Federico Rea e il coordinatore delle sale ibride, oltre che direttore della Chirurgia vascolare, professor Franco Grego.

«Si tratta di una delle innovazioni tecnologiche più importanti per la nostra Azienda» premette Dal Ben, «che ha fatto e continua a fare scuola anche per altre realtà. Ricordo che l’investimento è stato di 11,9 milioni di euro, di cui 8,3 per le attrezzature e 3,5 per i lavori su un’area di 1.050 metri quadrati. Le somme sono state finanziate dalla Regione Veneto e dalla Fondazione Cariparo».

Due angiografi digitali robotizzati, una tac e due tavoli operatori costituiscono il fulcro tecnologico delle due sale ibride: «A questo si aggiunge un vastissimo parco attrezzature» rileva Dal Ben, «tra stazioni di anestesia, ventilatori, Ecg, ecografi, fibroscopi, aspiratori, defibrillatori, sistemi di monitoraggio, pompe di infusione, sistemi di circolazione extracorporea e assistenza cardiocircolatoria».

«Queste sale» il rilievo del professor Rea, «hanno permesso alla nostra Azienda di fare un notevole salto di qualità. Va dato atto alla Direzione che sta portando avanti un importante piano di aggiornamento tecnologico con investimenti rilevanti che, uniti alle competenze dei professionisti, consentono di ottenere sempre migliori risultati».

Le tappe dell’attivazione delle due sale

«Per chi come me ha immaginato queste sale già dal 2010 vederle oggi in piena funzione è una grande soddisfazione» la premessa del professor Grego, cui è stato affidato l’onore e l’onore di coordinare la complessa attività delle due sale ibride. «Il 18 gennaio 2023» riepiloga Grego, «abbiamo avviato l’attività nella sala ibrida A con la Chirurgia vascolare per testarne la funzionalità. L’1 febbraio abbiamo quindi avviato l’attività anche nella sala B coadiuvati dagli ingegneri delle attrezzature tecnologiche in dotazione per testarne tutte le funzionalità. Il 6 marzo è arrivata la dichiarazione di agibilità per entrambe le sale. Nel frattempo siamo andati avanti con la formazione del personale, sia medico che infermieristico. Il 2 maggio si è inaugurata l’attività a pieno regime».

Un anno di sale ibride

Dopo un anno è tempo quindi per un primo bilancio di quanto fatto nelle due sale ibride: «Definirle “sale chirurgiche ad alta tecnologia integrata” rende meglio l’idea di cosa siano» sottolinea Grego, «perché è proprio la sinergia fra le diverse strumentazioni e ovviamente il lavoro dei sanitari a fare la differenza».

Le due sale hanno impieghi diversi: «La sala ibrida A» precisa Grego, «è assegnata in via esclusiva alla Chirurgia vascolare, che la utilizza tutto l’anno h 24 per l’attività programmata e per le emergenze e urgenze. La sala B è assegnata alla Cardiochirurgia che la utilizza quando ne ha necessità, e nei giorni in cui è libera può essere assegnata alle altre Unità chirurgiche. È stato adottato un regolamento e viene fatta una programmazione settimanale condivisa con tutti gli operatori». Interventi chirurgici, ma non solo: nelle sale ibride oltre alla chirurgia tradizionale combinata con quella endovascolare e procedura interventistica radiologica associata, vengono effettuate anche procedure emodinamiche o interventistiche complesse che necessitino del contemporaneo utilizzo di angiografo e tac.

I numeri e gli obiettivi

Nel primo anno di attività la sala A ha visto eseguiti 820 interventi di Chirurgia vascolare, mentre nella sala B sono stati eseguiti 116 interventi. «Mantenendo questo trend» osserva il professor Grego, «la proiezione è di un incremento di attività del 30 per cento su entrambe le sale entro la fine dell’anno». La differenza di attività fra le due sale viene subito spiegata: «Mentre per la Chirurgia vascolare è necessario trattare dall’interno le arterie, per via endovascolare e quindi la sala ibrida è necessaria sempre, per altre chirurgie è diverso. È utile per una parte di Cardiochirurgia e per molte altre specialità chirurgiche. Ma è necessario un utilizzo appropriato: basti pensare che una sala tradizionale costa 9 euro al minuto, quella ibrida poco meno di 20. Va utilizzata quindi per gli interventi che effettivamente richiedono questo tipo di tecnologia».

E finora è stata utilizzata da molte altre Unità: «Sono nati tre bambini le cui mamme erano ad alto rischio di emorragia da taglio cesareo» rivela Grego, «è nato un bimbo subito dopo operato per una malformazione al cuore, ci sono stati interventi di chirurgia toracica per tumori ai polmoni, di chirurgia epatobiliare per i tumori del fegato, elettrofisiologie ed emodinamica. Le prossime Unità a entrare saranno la Neurochirurgia e la Neuroradiologia. L’obiettivo è di aumentare anche per le altre chirurgie il numero di interventi appropriati. L’utilità è evidente» conclude Grego, «perché abbiamo ridotto i tempi per tutte le procedure complesse».