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Май
2024

Riparte l’iter della Legge sulla Montagna, Confindustria: «Facciamo presto»

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Il Governo riavvia la discussione per la Legge della montagna. L’altro ieri la commissione Affari costituzionali del Senato ha ripreso il confronto sulle proposte di legge presentate dal ministro Calderoli e dei parlamentari Gelmini e Borghi.

Una legge, attesa da trent’anni. Era il 31 gennaio 1994 quando veniva approvata in Parlamento l’ultima legge organica sulla Montagna della Repubblica italiana. «La 97», ricorda Marco Bussone, presidente dell’Uncem, «è rimasta “iconica” e purtroppo per gran parte inattuata».

Riparte l’iter

Ma quando sarà riattivata? «Non so se il Parlamento ci riuscirà prima che finisca il trentennale della prima legge», sospira di preoccupazione Bussone.

Nel 1994 gli abitanti in provincia erano 211.978. Oggi sono 197.767. Quindi 14.211 in meno, 473 residenze cancellate ogni anno.

«Ormai da tempo, ogni mese che passa, solo nel Bellunese», sottolinea con preoccupazione Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, annotando, con sospiro di sollievo, la notizia dell’avvio dell'iter parlamentare sui Ddl Montagna, «si perdono circa 100 abitanti.

È un trend che va arrestato con strumenti nuovi per favorire la residenzialità. Non dobbiamo solo frenare la fuga dei giovani, ma anche attrarre nuove risorse. Solo così garantiamo la funzionalità dei servizi e la crescita sostenibile delle imprese».

Bene, secondo Berton l’approdo in Prima Commissione «è un passaggio atteso e importante, così come sono urgenti e utili le misure in esso previste. Ai nostri rappresentanti chiedo di dare la massima priorità a questo disegno di legge: lo aspettiamo da troppo tempo».

Berton cita la storia, raccontata recentemente dal Corriere delle Alpi, di Ivano Apisa, il prof costretto – per carenza di alloggi – a fare il pendolare tra Marcon, nel Veneziano, e Cortina, luogo dell’insegnamento: «Il suo caso ha dimostrato quanto il tema dell’abitare in montagna sia complesso e necessiti di risposte ad hoc. Le terre alte vanno riabitate: è la “condicio sine qua non” per programmare un futuro».

Se la presidente Berton vorrebbe che Roma premesse sull’acceleratore, va subito ipotizzato che le audizioni non avverranno prima delle elezioni europee.

Ennio Vigne e Marco Bussone, presidenti rispettivamente regionale e nazionale di Uncem, auspicano la calendarizzazione almeno dall’inizio dell’estate. È probabile che Palazzo Madama, prima, e Palazzo Montecitorio, dopo, si soffermino sui testi in autunno. Magari i tre Ddl saranno accompagnati anche da altri dei partiti. Quindi la riforma non maturerà prima del prossimo anno.

Il 17 giugno 2022 l’allora ministro Mariastella Gelmini, a Belluno, assicurava che la nuova legge sulla montagna sarebbe stata varata prima della fine di quell’anno. Ecco, dunque, spiegata la fretta che Confindustria mette al Governo. “Le terre alte vanno riabitate: è la “condicio sine qua non” per programmare un futuro», afferma Berton.

«I territori vanno ascoltati e supportati. Non chiediamo un trattamento di favore ma condizioni di partenza simili a tutte le altre aree del Paese.

Ai rappresentanti delle Camere chiediamo di agire con urgenza per disinnescare un effetto domino che rischia di impoverire la nostra montagna. Come Confindustria, siamo pronti a sostenere le Audizioni, preannunciate dal ministro, con spirito operativo e responsabile», conclude la presidente degli industriali.

Claudia Scarzanella tira, anche lei un sospiro di sollievo, come presidente provinciale di Confartigianato e vicepresidente regionale. «Come Confartigianato stiamo facendo un percorso», ricorda, «in cui l’obiettivo principale dei lavori è raccogliere le osservazioni e le sensibilità degli artigiani dei territori montani attraverso workshop e focus group itineranti.

Il tour “Montagna futura” ha fatto tappa a Belluno, Rieti, Bologna e Milano e terminerà il 29 maggio a Roma con la sintesi delle proposte presentate al presidente della commissione agricoltura industria del Senato De Carlo». Scarzanella sottolinea che «il nostro principale scopo sarà sottolineare l’importanza del valore dell’artigianato nelle terre e chiedere un’attenzione particolare per la nostra categoria».

Il CNA di Belluno

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente Appia CNA Belluno Massimo Sposato. «Accogliamo con piacere il lavoro della prima Commissione del Senato sui tre decreti legge apprezziamo il lavoro svolto da Uncem come anche l’apporto che continuerà a garantire nella stesura e perfezionamento dei testi».

Il presidente Sposato ricorda una ricerca che attesta una riduzione negli ultimi vent’anni del 22,6% delle imprese artigiane: «Capiamo, pertanto», dice, «quanto sia importante e estremamente urgente questo lavoro strategico. Siamo consapevoli del calo del 5,5% di residenti in provincia, dovuto anche ai noti svantaggi di operare in territorio montano; un modo per reagire è garantire standard di servizi a cittadini e imprese, definendo livelli per le prestazioni di servizi in territori con specificità montana. Bene dunque le misure fiscali e gli incentivi alle imprese previste nei decreti, volte a dare finalmente il giusto peso ai nostri territori per i quali ci battiamo da tempo»