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Май
2024

Obiettivo recupero boschi abbandonati: a Chiaverano si parte, rete con i privati

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CHIAVERANO. «Un esempio delle conseguenze dell'abbandono del bosco: questo albero secco avvolto da edera crollato vicino a casa mia ha bloccato la strada diretta al paese. Per fortuna i vigili del fuoco sono intervenuti nel giro di poche ore».

Eccola qui la missione dell’Associazione fondiaria (Asfo) La Serra di Chiaverano, di cui Nevio Perna è presidente e Francesca Sammiceli vice: evitare che i boschi abbandonati e silenti si traducano in moltiplicatori del rischio di frane, alluvioni, incendi, in una generale situazione di dissesto che il Canavese conosce bene, purtroppo, la cui rotta può essere invertita solo grazie a una corretta gestione selvicolturale dei terreni.

Recuperare il bosco come risorsa ambientale, sociale ed economica, in estrema sintesi.

La foto dell’albero crollato sulla strada è stata scattata da Perna a Bienca negli ultimi giorni di pioggia. Come a dire, è questo il punto, qui vogliamo agire. Non manca molto. A due anni dalla costituzione, l’associazione fondiaria La Serra darà il via ai primi interventi di rigenerazione e pulizia sulle particelle di bosco mappate dal Piano di gestione del territorio redatto in questi mesi e presentato in Regione, piano che del patrimonio boschivo della Serra, in zona Chiaverano, rappresenta la fotografia e il timone, strumento indispensabile di pianificazione operativa. Due anni di lavoro intenso, con alla base un messaggio non sempre semplice da passare ai proprietari dei fondi, a volte eredi lontani a cui è stato difficile risalire consultando le mappe catastali, passo dopo passo hanno portato a risultati concreti. Oltre alle prime attività di recupero dei boschi programmate per il prossimo autunno, ci sono i numeri: due anni fa i soci erano 34 e 34, 8 gli ettari conferiti. Oggi di soci se ne contano 47, gli ettari conferiti sono saliti a 49,1.

«Grazie a questo cominciano a delinearsi delle aree con maggior presenza di fondi conferiti – spiegano Perna e Sammiceli –. Le abbiamo chiamate aree omogenee nel Piano di gestione, verso cui dovremo concentrare lo sforzo per conoscere i proprietari confinanti e avviare i primi interventi». Costruire contiguità territoriale in un versante fortemente frammentato è fondamentale per finalizzare interventi di recupero economicamente sostenibili da parte di chi andrà a interloquire con le imprese forestali. Il versante della Serra è coperto da 4mila ettari di boschi. Di questi, 400 ricadono nel territorio di Chiaverano. Il 90% è in mano ai privati.

Parte del percorso «che ci ha portati alla redazione del Piano di gestione è stato il seminario dell’ottobre scorso in cui è stato presentato il Vademecum per la corretta gestione dei boschi, a cura Igor Vigna, il dottore forestale estensore del nostro Piano. Seminario che è stato seguito non solo dai soci ma anche da persone interessate al tema, segno che l’impegno che stiamo mettendo nel riportare l’attenzione su una realtà trascurata, ma invece cruciale per la nostra esistenza, il bosco, va nella giusta direzione».

In questi due anni Asfo ha aperto più canali per reperire fondi e risorse economiche. «Ad oggi abbiamo beneficiato indirettamente del finanziamento della Fondazione di comunità del Canavese e direttamente delle risorse provenienti dal bando regionale del 2023 per le Asfo. Dalla Regione abbiamo ricevuto circa 22.000 euro, di cui 17.000 sono a disposizione dell’associazione grazie alla scelta dei nostri soci di lasciare la propria quota di contributo che la Regione riconosce ai proprietari che hanno conferito i terreni. È stata una scelta importante perché ci permette di iniziare gli interventi di recupero». A marzo la partecipazione ad altri due bandi di cui si attende l’esito: la misura Srg08 del Piano di sviluppo rurale della Regione e Simbiosi della Compagnia San Paolo.

Intanto continuano le giornate di manutenzione del territorio con i cittadini, i corsi semestrali per la costruzione di muretti a secco (sempre sold out) e il coinvolgimento delle associazioni nell’intento di costruire comunità e rivitalizzare luoghi e occasioni di incontro, recuperando per esempio la festa di Scalveis e cooperando con Movimento Lento nella messa a punto del ramo canavesano del cammino di Oropa, dal santuario di Belmonte a Oropa passando per Chiaverano.