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Май
2024

Morto David Messina: grande firma della Gazzetta

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Addio David, grande della Rosea. A 92 anni ci lascia una delle grandi firme del nostro giornale negli anni 70 e 80, David Messina. È stato uno dei pionieri delle cronache di calciomercato, ha seguito i più importanti eventi per la Gazzetta dello Sport, dalla metà degli anni Settanta ha raccontato soprattutto delle vicende del Milan, squadra della quale è sempre stato tifoso. Nato a Palermo il 7 febbraio 1932, prima di diventare giornalista al quotidiano l’Ora, Messina ha praticato come avvocato, una vocazione che ha conservato per tutta la vita, sia come esponente sindacale, sia come rappresentante della categoria a livello nazionale. Ha iniziato a occuparsi di sport a Tuttosport, poi alla Stampa e a Stampa Sera. Nel 1963 fonda a Milano la redazione del Corriere dello Sport.

La sua carriera in rosa decolla quando a metà anni 70 Gino Palumbo, il direttore che ha voluto imprimere una svolta più moderna al giornale, lo incarica di seguire il mercato. Narratore brillante, capigliatura fluente, sempre inappuntabile nei suoi completi con tanto di cravatta e sciarpa di seta d’ordinanza, con il suo eloquio si mette in contatto con tutti gli operatori del settore, ne diventa parte integrante. Cronista confidenziale, quando voleva approfondire una dritta che gli era appena arrivata si rinchiudeva in una mitica cabina in redazione e tempestava di chiamate presidenti, direttori sportivi e altri addetti ai lavori: alla fine della sessione al telefono, allora non c’erano i cellulari ma si andava sui numeri fissi, veniva fuori sempre con almeno due titoli da prima pagina. Che poi tutte le operazioni andassero in porto era un dettaglio dell’intera produzione. L’importante era seguire e a volte creare la notizia stessa. Messina annusa l’aria, Palumbo lo carica e ricarica, nasce un nuovo modo di raccontare gli affari: è lui a inventare la giostra dei centravanti, il carosello dei centrocampisti, il giro dei portieri, il valzer delle panchine. Ormai sono diventati dei classici, ma prima non esistevano. Per intenderci, il terreno di caccia ideale per Messina era l’hotel Gallia, con la sua variopinta galleria di personaggi, alcuni al limite della caricatura. Con un po’ di fantasia, ma mica tanta, era l’ambiente raccontato in film cult come “L’allenatore nel pallone”, con Oronzo Canà, interpretato da Lino Banfi, che si aggira nei corridoi pur di aggiudicarsi l’Aristoteles di turno.

Non di solo mercato ha vissuto Messina: è stato testimone dell’esordio di Franco Baresi nel 1978, si è preso la briga di andare a rovistare nella scuola elementare di Utrecht che cosa combinava il piccolo Marco Van Basten, e amenità assortite. Scopritore di talenti anche nel mestiere, è lui che per esempio segnala due ragazzi in gamba di Trieste, Paolo Condò e Alessandro de Calò, che rinforzano poi la Gazzetta. Ai primi degli anni Novanta, una volta lasciata la Rosea, David si dedica alla televisione, prima su Telemontecarlo, poi a Telelombardia e a Italia 7 Gold: diventa conduttore in studio e seguito opinionista. La continua attività giornalistica viene affiancata da altri impegni: è docente alla scuola di giornalismo “Walter Tobagi”, organizza corsi gratuiti in tv per l’aggiornamento professionale dei colleghi disoccupati. Inoltre è giudice aggregato in Corte d’Appello a Milano nei procedimenti che vedono coinvolti gli iscritti all’Ordine professionale. Un uomo con molteplici interessi e attitudini: chi ha avuto la fortuna di conoscerlo di persona ne ha apprezzato la versatilità e soprattutto la disponibilità. Insomma, un maestro. Ciao gigante David. I funerali si terranno lunedì alle 11 nella chiesa di Santa Giustina in viale Affori a Milano.

Gazzetta.it

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